Ratzinger si dimette.
Non capisco chi sostiene (praticamente tutti) che è un gesto di coraggio ed umiltà.
Il papato non è una normale carica politica che ha, o dovrebbe avere, una tempistica ben precisa e preordinata; il papato è una monarchia e, per di più, di tipo assolutistico e per volontà divina.
Quindi come tale si accetta con tutti i pro ed i contro; se ti nominano papa, papa devi restare; a vita.
Certo ammetto che Ratzinger è vecchio e stanco, ma anche Karol Wojtyła lo era e per di più molto malato, eppure ha continuato, secondo me giustamente.
Giustamente perchè se il pontificato è una chiamata di Cristo a quella chiamata va risposto senza scatti di durata, se è una croce essa va portata fino alla fine; credo che, nell’eventualità sia davvero una croce, il coraggio sia di portarla fino in fondo.
I bookmakers londinesi scommettono su un papa nero al soglio di San Pietro.
Io consiglierei Formigoni, il Celeste, lui è una certezza.
Non si dimetterà mai.