Al termine dell’incontro svolto a Vignola lunedì sera nel bellissimo contesto della biblioteca Auris, ci siamo fermate a chiacchiere coi presenti: spesso le persone hanno voglia di commentare con noi le tematiche di cui si è parlato, condividendo impressioni ed episodi della loro vita. Qualcuna si è mostrata sconcertata su come in Italia, a differenza degli atri stati Europei, non esista una legge sulla regolamentazione della pubblicità che vieti gli spot sessisti; qualcuno invece ha ricordato sorridendo l’episodio di Friends in cui Ross, avendo visto suo figlio giocare con le bambole, accusava la sua ex compagna (che dopo essersi separata da lui era andata a convivere con una donna) di condizionare il figlio che avevano avuto insieme e a cui Monica (sorella di Ross) rispondeva ricordandogli che anche lui da piccolo si divertiva a indossare i vestiti della mamma e che questo non aveva condizionato il suo orientamento sessuale.
Tra spunti condivisi e storie raccontate, una in particolare ci ha deliziate. Ci è stata regalata da una signora che già nel corso della serata aveva parlato della sua preoccupazione di nonna per la fortissima divisione attuale dei giochi in “giochi da maschio” e “giochi da femmina”. La nonna in questione era andata a prendere il nipote all’asilo e mentre stavano uscendo, il piccolo – che teneva con sé Filippino, il suo bambolotto, inseparabile compagno di giochi – è stato apostrofato dal nonno di un amichetto con queste parole: “Beh? Ma cosa fai? Giochi con le bambole? Ma cosa sei? Una femminuccia?”.
La grintosissima nonna era già sul piede di guerra, pronta a dare battaglia, ma non ne ha avuto il tempo, perché il bambino ha guardato l’anziano come si guarda una persona che dice parole di cui non afferriamo il senso e ha risposto: “Ma io sono il papi!”.
Un episodio bellissimo, che vogliamo offrire come spunto a quanti cercano con pazienza le parole per spiegare a genitori allarmati che non c’è nessuna teoria del gender da temere, ma solo tanti modi di essere bambine e bambini e, anche in base all’infanzia che si è vissuta, tanti modi di essere genitori. E che un bambino non è predestinato per natura a diventare un padre incapace, ma che anzi, potrebbe trovare maggiore soddisfazione nell’essere “un papi” consapevole, facendosi aiutare in questo non solo dal buon esempio dei genitori, da una nonna attenta e sensibile alla questione, ma anche dal suo inseparabile amico Filippino.
Posted on 11 marzo 2015 at 11:21 am in quinta stagione | RSS feed | Rispondi | Trackback URL