Magazine Psicologia

Il paradigma della post opulenza

Da Observingthenet

I nuovi paradigmi che emergeranno dall’onda lunga della crisi – e che possiamo definire della post-opulenza – si orienteranno verso alcune dimensioni socio-culturali che già oggi costituiscono la piattaforma strategica per imprese e pubblica amministrazione: la sostenibilità, lo sharing, la cura e la qualità del tempo e dello spazio. In particolare possiamo ragionare su quattro dimensioni che vedono affiancati valori spesso antinomici come: Deep & Quick, Trust & Share, Unique & Universal, Crucial & Sustainable. Il gusto, la sensibilità, la qualità, il benessere, – al di là del lusso e dell’opulenza che appaiono fuori tempo – verranno ripensati e ridefiniti nei prossimi anni sulla base di questi nuovi parametri che renderanno obsolete le logiche che fino ad oggi hanno imperato nel mondo dell’impresa e della pubblica amministrazione. Il lusso diventerà gusto, il veloce diventerà anche profondo, la fiducia sarà il nuovo valore portante e la sostenibilità il nuovo standard.

Il rapporto rinnovato tra velocità, accessibilità e qualità vedrà l’affermazione ad esempio del Fast Good, di prodotti e servizi che non potranno più contrapporre commodity e gratificazione sensoriale, low cost e profondità/intensità dell’esperienza, personalizzazione e condivisione del valore, etica sostenibile ed estetica distintiva, ma dovranno nello stesso tempo esaudire tempestivamente e contemporaneamente tutti questi diversi bisogni e desideri. Saranno questi – tra l’altro – i bastioni del nuovo modello di business che il made in Italy dell’eccellenza dovrà e potrà proporre con successo, fondato sull’alta intensità dell’esperienza e del gusto e non più sull’alta gamma e sul lusso. Per confrontarsi con soggetti/consumatori sempre più in grado di saltare da una esperienza all’altra, in una dimensione di economia ibrida, sarà necessario definire un territorio d’azione preciso ma nello stesso tempo dotato di potenzialità trasversali, per un nuovo mercato che non punta più sulla promessa generica di qualità ma sullo standard innovativo e sull’intensità dell’esperienza e dei processi produttivi e conoscitivi.


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