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Il paradigma primitivista nell’arte contemporanea - conferenza di Carla Deplano

Creato il 21 ottobre 2012 da Roberto Milani
Della mostra personale di Silvia Mei, curata da Roberta Vanali, “Ad mirabilia”, vi ho già dato notizia nel post http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.it/2012/10/ad-mirabilia-personale-di-silvia-mei.html Ora nel contesto della medesima una conferenza alla quale mi piacerebbe veramente partecipare ma che per ovvi motivi di territorialità, sarò obbligato a disertare... Ma se voi potete, non privatevene!

Il paradigma primitivista nell’arte contemporanea - conferenza di Carla Deplano Il paradigma primitivista nell’arte contemporanea

-conferenza-
Cagliari, Exmà - Sala conferenze
mercoledì 24 ottobre, ore 19

In occasione della personale “Ad mirabilia” di Silvia Mei curata da Roberta Vanali e in collaborazione con l’Associazione culturale Babel, mercoledì 24 ottobre alle 19.00 presso la Sala Conferenze dell’Exmà, Carla Deplano, archeologa antropologa e storica dell’arte, terrà la conferenza “Il paradigma primitivista nell’arte contemporanea”.


La riflessione si inserisce in un contesto diacronico multiculturale in cui l'arte viene proposta secondo una chiave di lettura antropologica. La finalità è duplice: si intende sollecitare la sensibilità verso gli oggetti d’arte in quanto patrimonio culturale personale e collettivo, testimonianza della civiltà e della diversità con valore non solo estetico, ma anche storico e antropologico. In secondo luogo la lettura dell’arte contemporanea attraverso il filtro primitivista appare funzionale alla comprensione di un linguaggio figurativo che, discostandosi dal naturalismo, spesso risulta ostico e disprezzato.

Al riguardo verranno delineati i tratti radicali o primari (nel senso dell'origine e della loro provenienza) della dimensione estetica dal punto di vista antropologico, collegandosi alla questione delle radici dell'arte, ovvero al retroterra antropologico comune alle culture umane.

La riflessione si conforma come un percorso insieme estetico e di conoscenza che recupera anche lo sguardo occidentale avvertendo la necessità di avvicinarsi, nell’età della globalizzazione, senza stereotipi e pregiudizi etnocentrici ad una dimensione culturale che rappresenta uno dei patrimoni dell’intera umanità.

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