Un divertente passatempo, che a tratti travisa lo spirito del romanzo
Tratto dall’omonimo romanzo di Pennac, Il paradiso degli orchi perde lo spirito visionario della parola scritta e preferisce svilupparsi attraverso canoni più convenzionali, ma gradevoli.
Benjamin Malaussène lavora in un centro commerciale parigino. Il suo ruolo richiede professionalità e competenza, difatti Malaussène ricopre la figura del capro espiatorio, ovvero colui che si prende le responsabilità dei guasti dei prodotti e di danni affini. Grazie al sguardo colpevole impietosisce la clientela ed evita che la stessa faccia causa al centro commerciale. Un giorno, a ridosso delle festività natalizie, scoppia una bomba e il primo indagato dalla polizia è proprio Benjamin Malaussène.
Pennac è onirico, eccessivo, visionario e, dal punto di vista sociologico, profondo. Diversamente la pellicola di Nicolas Bary si ferma in superficialità e predilige la dinamicità narrativa, evitando il confronto con lo sguardo stralunato dello scrittore francese. Difatti Il paradiso degli orchi è un giallo-thriller, che fatica a contenere tutta la surrealità e la follia della pagina scritta. E Bary, alle prese con il lavoro di condensazione, si accorge di quanto l’operazione sia difficile (se non impossibile), facendo notare la pesante mano della “censura”. Ci si accorge di tagli e accorgimenti frettolosi, di salti temporali e della difficoltà nella narrazione, che si fa intermittente. Tuttavia, probabilmente, la scelta di non essere fedele al libro (perlomeno nello spirito) non si rivela un fattore così discriminante. Perché Il paradiso degli orchi è un film dinamico, un giallo-thriller ben costruito e gradevole, nel quale non si respira l’abbozzamento di un adattamento, ma una fresca convenzionalità d’intrattenimento.
Ed è proprio grazie a questa fluidità che Il paradiso degli orchi si rivela un film interessante, che evita il confronto e delinea un intreccio ben confezionato e ironicamente ingenuo. Sicuramente tutto ciò avviene grazie al cast (dalla premiatissima Berenice Bejo allo sconosciuto Personnaz) e a una scenografia sfavillante, che accompagna il divertente passatempo (firmato Bary) per l’intera durata della pellicola.
Uscita al cinema: 14 novembre 2013
Voto: ***