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Enrico Fermi
Nel 1950, il fisico Enrico Fermi sviluppò questo paradosso, relativo alla probabilità di un contatto con forme di vita extraterrestre.
Durante la sua esperienza presso i laboratori di Los Alamos, discusse con alcuni colleghi in merito ad un avvistamento UFO avvenuto qualche giorno prima e riportato dalla stampa. Nel corso del dibattito, Enrico Fermi disse: “Ma dove sono?” riferendosi agli alieni, che secondo Lui se fossero esistiti davvero si sarebbero dovuti mostrare.
Le soluzioni al paradosso di Fermi che si sono delineate negli anni sono molteplici e qui di seguito proveremo ad valutarle.
❖ L’essere umano è solo nella galassia
Questa è una soluzione sempre meno accreditata, e persino la Chiesa oggi ammette la possibile esistenza di altre creature “intelligenti” nell’Universo, comunque la probabilità che la vita si sviluppi e si possa evolvere fino a creare una civiltà evoluta è decisamente bassa.
Innanzitutto, sono fondamentali fattori puramente astronomici come la posizione all’interno della galassia, l’orbita del pianeta intorno alla sua stella, la tipologia della stella stessa, l’ellitticità ed inclinazione dell’orbita, l’esistenza di satelliti naturali (come la luna).
E’ necessaria la presenza contemporanea di fattori fondamentali affinché la vita basata sul carbonio (come la nostra) si possa evolvere e lo studio del sistema solare sembra accreditare la straordinarietà della vita sul pianeta Terra.
Certo che se cominciamo a supporre che la vita non debba essere necessariamente del medesimo tipo riscontrato sul nostro pianeta (carbonio), ogni prospettiva cambia radicalmente.
Non è da dimenticare l’ipotesi della panspermia che sostiene la facilità della vita nel diffondersi nell’universo (magari per opera anche di civiltà tecnologicamente evolute, come supposto da Francis Crick).
Le civiltà che potrebbero entrare in contatto con noi esistono ma sono troppo lontane
Esistono civiltà che stanno cercando di comunicare con noi ma le enormi distanze siderali non permettono il contatto. Cambiando prospettiva, esistono civiltà aliene relativamente vicine, ma che non hanno ancora sviluppato le comunicazioni spaziali.
I nostri strumenti non sono in grado di codificare le loro comunicazioni
Le nostre trasmissioni relative a contatti con civiltà aliene avvengono tramite onde elettromagnetiche.
Concettualmente, è possibile che le comunicazioni aliene si siano sviluppate su altre tipologie.
Intanto, si stanno teorizzando tecnologie di comunicazione basate su neutrini, onde gravitazionali o sulla correlazione quantistica.
E’ comunque ragionevole pensare che se queste civiltà volessero comunicare con noi, utilizzerebbero segnali facilmente riconoscibili.
Inoltre non è errato pensare che una civiltà più evoluta della nostra sia in grado di interpretare segnali più ‘primitivi’.
Infine, non è da sottovalutare che modulazioni con maggior evoluzione (ad esempio quelle digitali), sono spesso indistinguibili dal rumore di fondo e pertanto è possibile che qualche segnale alieno ricevuto non sia stato riconosciuto.
Le civiltà aliene esistono ma non comunicano o non vogliono comunicare
Esiste la possibilità che tali civiltà non si siano poste la necessità di comunicare, non abbiamo sviluppato strumentazioni idonee o, addirittura, non intendano stabilire un contatto (per disinteresse, per timore, per ragioni di sicurezza…) .
Le civiltà che hanno raggiunto un certo livello di evoluzione non durano a lungo
Ragionando su archi temporali di grandezza pressoché incommensurabile, è possibile la mancanza di co-esistenza nello stesso periodo.
Una civiltà può scomparire per cause naturali oppure indotte dalla civiltà stessa (annientamento).
La prima possibilità è un’estinzione di massa dettata da eventi catastrofici quali l’impatto di un meteorite o di una cometa, eruzioni vulcaniche incontrollabili, modifica delle condizioni climatiche…
Eventi peraltro avvenuti in passato sulla Terra.
Per la seconda ipotesi, un uso incontrollato di armi o mezzi potrebbe condurre alla distruzione. La nostra stessa civiltà, già da molti decenni, ha a disposizione le conoscenze per una simile azione scellerata (ma, al momento, ha prevalso il buonsenso).
Civiltà aliene sono da tempo presenti fra noi ma vengono occultate per un accordo con i governi mondiali
Questa soluzione è molto popolare fra gli appassionati di ufologia, i cospirazionisti e tutti coloro che non possono ignorare gli innumerevoli segni che fin dall’antichità ci descrivono eventi direttamente e facilmente riconducibili alla presenza di visitatori alieni.
Secondo questa teoria, che molti fra cui Roberto Pinotti (Scrittore, Ufologo, Sociologo e presidente del C.U.N.) chiamano “The Big Game” (il grande gioco), i governi nasconderebbero volontariamente la presenza degli alieni in accordo con loro stessi, per evitare i traumi socio-culturali che questa improvvisa rivelazione produrrebbe nel genere umano.
Secondo Pinotti infatti la “preparazione” a questo evento avviene gradualmente già da molti anni, supportata anche dai media e dal cinema, che attraverso le numerose pellicole, documentari e trasmissioni sulla vita extraterrestre abituano la popolazione all’idea di un possibile contatto alieno. In effetti, da recenti sondaggi effettuati in vari paesi del mondo, ormai più della metà degli intervistati crede alla probabile esistenza di altre forme nell’Universo e ad una loro possibile visita sulla Terra.
Quale sia fra queste la soluzione più “giusta”… lo lasciamo decidere a Voi.
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