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Il Paraguay chiede i danni al Mercosur

Creato il 23 settembre 2012 da Eldorado

Il Paraguay chiede i danni al Mercosur. Federico Franco ed il suo governo hanno lanciato nei giorni scorsi un’offensiva diplomatica per chiedere il reintegro nel mercato comune sudamericano o, in cambio, un pagamento per le perdite occasionate dalla sospensione. Un provvedimento che il Paraguay ha ritenuto ingiusto ed illegittimo, nonchè deliberato visto che sarebbe stato creata apposta per favorire l’ingresso nell’organizzazione del Venezuela. Una protesta formale in questo senso è stata presentata la scorsa settimana attraverso il Ministero degli esteri. ¨La sospensione del Paraguay dal Mercosur –si legge nel comunicato- impedisce al paese di difendere i propri interessi, soprattutto economici, in una grave alterazione dei suoi diritti di paese membro¨.
Il Paraguay era stato sospeso il 29 giugno a causa di quella che i rappresentanti del mercato comune sudamericano avevano chiamato ¨la rottura dell’ordine democratico¨, provocata dalla deposizione del presidente eletto Fernando Lugo. La polemica si era poi amplificata quando, un mese dopo, veniva annunciato l’ingresso nell’assise commerciale del Venezuela, la cui candidatura nel Mercosur era rimasta congelata sin dal 2005, a causa proprio del veto posto dal Paraguay.
Il nuovo ordine non è proprio andato giù ad Asunción. Franco minaccia di ricorrere a vie giudiziali –la Corte Internazionale dell’Aja, per la precisione- per chiedere il pagamento dei danni economici provocati dalla sospensione, in accordo ai principi della responsabilità internazionale degli Stati. Eppure, secondo l’ultima analisi delle agenzie Moody’s e Standard & Poor’s, il Paraguay ha mantenuto il rating previo (B1 per Moody’s, BB- per S&P’s) al golpe.

C’è quindi che, più dei danni economici, ad Asunción non va giù l’isolamento internazionale, soprattutto in vista delle elezioni del 2013 previste in aprile a cui la destra –responsabile dell’impeachment di Lugo- vuole giungere dimostrando di aver risolto il tema della legittimità del golpe di giugno. Ma c’è anche un altro appuntamento che preme nell’agenda paraguayana ed è il summit di Cadice dei paesi iberoamericani, incontro previsto il 16 e 17 novembre prossimi. Franco e Rajoy si incontreranno a New York, nell’ambito dell’imminente Assemblea generale dell’Onu per definire una soluzione diplomatica alle pretese di Asunción di partecipare all’evento. L’Argentina, infatti, ha posto un severo monito alla presenza del Paraguay, minacciando di disertare il summit. L’aut aut è semplice: se va Franco, la Kirchner se ne starà a casa. La Spagna ha già deciso –messa su un ipotetico piatto della bilancia, la presenza argentina ha ben differente peso di quella paraguayana- ma ora bisognerà vedere quale sarà la contropartita che verrà offerta al Paraguay.

Il Paraguay chiede i danni al Mercosur
Un governo delegittimato, quindi, è quello che più preoccupa Franco ed i suoi. Sin dall’inizio della crisi, il governo paraguayano ha cercato di dimostrare che l’intero procedimento che ha portato alla destituzione di Lugo non era altro che il risultato di un processo politico legale permesso dalla Costituzione e non un colpo di Stato. Una giustificazione che ha trovato sostento nell’ambigua posizione dell’Osa, l’Organizzazione degli stati americani, che non ha raggiunto il quorum per condannare l’impeachment. Diversa, invece, l’opinione espressa dal Mercosur e dall’Unasur e da altri importanti interlocutori.
Che il Paraguay e gli altri membri viaggino su differenti binari è comunque un dato di fatto. Non è un segreto che a scatenare la crisi paraguayana ci siano stati gli interessi dei grandi proprietari terrieri, che hanno sempre osteggiato i tentativi di una riforma agraria e che hanno voluto riaffermare con una prova di forza il loro potere. Una tesi appena refutata dall’esecutivo di Franco, che ha preferito avallare l’ipotesi dell’inadeguatezza di Lugo nel rivestire l’incarico presidenziale in seguito alla strage di Curuguaty. Anche così, però, la serie di accuse lanciate dall’attuale capo di Stato paraguayano hanno come sfondo le diatribe che si diramano nelle campagne del Chaco. Franco si è scagliato più volte contro il Venezuela, accusandolo di finanziare l’EPP (Ejército del Pueblo Paraguayo) e di riarmare l’esercito boliviano per isolare completamente il Paraguay. Una difesa scontata da parte di chi, invece, difende gli interessi dei grandi proprietari terrieri e delle multinazionali che aspirano al controllo delle campagne paraguayane e delle sue risorse.


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