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Il parco di Bandia.

Creato il 06 novembre 2011 da Enricobo2
Potete dire quello che volete, ma quando si pensa al'Africa, la prima cosa che ci viene in mente sono gli animali liberi e selvaggi che si aggirano per boschi e savane come nel paradiso terrestre. Così se vuoi incantare il viaggiatore, devi metterlo su una 4x4 e scorrazzarlo da qualche parte a vedere le bestie e a fotografarle soprattutto. In Senegal, questa condizione di selvaticità, tra clima e insediamento umano se ne è già andata da un pezzo, ma diciamocelo per accontentare il turista non ci vuole moltissimo. Eccoci dunque a bordo del nostro mezzo, penetrare la riserva faunistica di Bandia. Eh ragazzi, potete dire quello che volete, potrete aver già visto un sacco di ambienti e situazioni simili, ma l'emozione è sempre la stessa. Quando ti muovi lentamente nella brousse, tra cespugli ed erba alta, giri attorno ai grandi baobab cercando di spiare qualche movimento tra il fogliame e poi d'improvviso ti appare davanti un branco di antilopi, che ti guardano all'unisono con gli occhi cerchiati di bianco, prima di levarsi lentamente e girare le groppe per andarsene, non riesci che a rimanere incantato. Intanto uno struzzo con le due compagne corre attraverso il sentiero, le impala saltano lontano e un grande Kudu, dopo pochi metri alza al cielo le corna ritorte, maestoso e regale. E' l'emozione della caccia, forse, quel cercare attento che conduceva i nostri antenati a cercare la preda in attesa della lotta finale. Un rinoceronte si muove nel fango circondato da un gruppo di grossi facoceri, ci dà un'occhiata, prima di muoversi con la sua velocità di crociera verso il folto del bosco. Ancora zebre e le elegantissime giraffe che appena si accorgono di noi. E poi ancora uccellini di ogni colore, tucani e scimmie che avvisano del tuo arrivo con grida stridenti. La grande mandria di bufali sta a guarda dello stagno dove i coccodrilli aspettano la sera con la bocca aperta. Che meraviglia. Lasciatemi godere fino al fondo questo momento, mentre il sole tramonta dietro la selva di baobab che stendono i loro rami grassi e contorti, ormai resi neri dalla note che cade di colpo, verso il cielo viola.

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