Il Parlamento illegale e il Governo di famiglia

Creato il 29 aprile 2013 da Informazionescorretta

Informazione Scorretta

L’Italia è una Repubblica democratica fondata sulla famiglia. Quante volte abbiamo avuto modo di pensare che il primo articolo della nostra Costituzione dovrebbe essere questo per descrivere meglio il carattere del nostro Paese. E non stiamo parlando dell’amore famigliare, bensì del carattere più radicato nella nostra società, quello di agire e pensare solo il termini di affiliazione. La “famigghia”, concetto mafioso, è in Italia la vera e unica istituzione funzionante: manda avanti la macchina amministrativa e sociale fra raccomandazioni e favori alle proprie clientele; trovare lavoro, avere un appuntamento per una visita, vincere un appalto e via dicendo sono risultati conseguibili più facilmente grazie al proprio clan di riferimento.

Perché la politica e specialmente la composizione del governo dovrebbe differenziarsi da questo costume così italiano? Una lunga tradizione di intrallazzi va tutelata e fra qualche anno richiamerà anche turisti e infatti il nuovo governo è forse quello che più di ogni altro è nato sotto la benedizione della “famigghia”. Un esecutivo che non nasce con una buona stella, battezzato dalle pallottole di un uomo disperato, senza soldi e futuro che colpisce le forze dell’ordine.

Un Parlamento illegale

Che fosse un parto travagliato si era capito in due mesi di totale blocco istituzionale, caratterizzato da un vulnus originario e insanabile: il Parlamento così composto è illegale. La maggioranza della Camera si è formata grazie al premio dato alla coalizione più votata, che però non ha retto nemmeno un giorno; non ha aspettato la composizione di un governo, ma nemmeno delle commissioni parlamentari  essenziali per il funzionamento del ramo legislativo. Sinistra e Libertà (Sel), alleato del Partito Democratico, si è chiamato subito fuori dalla coalizione creando una situazione grottesca: un premio di maggioranza dato ad una coalizione che non esiste. Gli stessi deputati di Sel si sono guardati bene dal sollevare tale questione (per mantenere ben salde le poltrone), ma appare evidente che con un Parlamento illegale non ci si potesse aspettare un governo legittimo.

Il governo, figlio illegittimo di un inciucio

E’ stato chiamato in molti modi l’esecutivo appena creato: governo di scopo, del presidente, di servizio e via dicendo, con politicanti e media a smorzare i toni presentandolo come un governo politico. Probabilmente la definizione più calzante è quella di “governo di famiglia”, visto il concepimento e la gestazione del nuovo nato. Come nei drammi famigliari dove la storia del figlio adulterino viene smacchiata e riscritta, così oggi ci viene presentato il parto illegittimo di una dinastia sconsiderata.

I legami famigliari e di casata si vedono lontano un miglio: basti pensare al premier Enrico Letta, democristiano sin da giovane, oggi PD, premiato soprattutto perché nipote del più famoso Gianni Letta, braccio destro di Berlusconi e quindi in grado di essere il ponte fra i due maggiori partiti. Nei think tank come “Vedrò” l’attuale premier ospita aderenti di centro (sinistra e destra), facendoli incontrare ed elaborare ideali liberisti. Inutile ricordare che è l’ideologia liberal ad averci condotto sul baratro e che quindi l’unico cambiamento attuabile sarebbe uscire da quei limiti, ma creando l’ennesimo governo uguale agli altri i nostri padrini hanno deciso per noi che fino ad oggi è andato tutto bene. Comunque sia, nei gruppi di Letta è possibile anche conoscere l’anima gemella così come è successo a Francesco Boccia, strettissimo collaboratore di Letta nel Partito Democratico, sposato con il nuovo Ministro delle politiche agricole Nunzia De Girolamo; questa, 37 anni, è una berlusconiana di ferro, e solo pochi mesi fa sarebbe stata considerata utile per pubblicizzare la sezione “brunette” di qualche sito per adulti. Invece oggi ce la ritroviamo all’agricoltura, probabilmente perché ha chiamato la figlia Gea e sicuramente perché è la moglie dell’amico di Letta. La famiglia si allarga.

Per far parte di una “famigghia” non c’è bisogno di essere per forza consanguinei: le famiglie sono gruppi di interesse, di pressione, che raccolgono uomini d’onore. Ed è per questo che tutto il governo è formato da uomini e donne affiliati di qualcuno. Angelino Alfano per esempio, delfino ed erede al trono di Silvio Berlusconi, anche lui democristiano di ferro, oggi è vicepremier e Ministro degli Interni. Come possiamo notare la balena bianca continua a sfornare figlioletti fra cui troviamo Maurizio Lupi (Infrastrutture e Trasporti), altro uomo del Cavaliere, ma anche di Comunione e Liberazione. All’ambiente Andrea Orlando, garantista (si è sempre occupato di giustizia, scrivendo su Il Foglio di Giuliano Ferrara), che si è visto spuntare il pollice verde grazie alla vicinanza con D’Alema e ai “giovani turchi”.

L’affiliazione ci ha portato anche Emma Bonino, non votata da nessun italiano in Parlamento, ce la ritroviamo per volere della famiglia a dirigere il Ministero degli Esteri: le boiate fatte negli ultimi anni, le spese eccessive al fianco della Nato, sono quindi giudicate assolutamente giuste e da riproporre.

Anche Mario Monti ha i suoi pargoli prediletti da inserire: Enzo Moavero Milanesi (altro trombato alle elezioni) agli Affari europei e Mario Mauro alla Difesa; quest’ultimo affiliato a più cosche in quando ex PDL e aderente di Comunione e Liberazione. La Cancellieri è stata confermata e spostata alla Giustizia e un altro “tecnico” (per modo di dire) è Fabrizio Saccomanni che ha diviso la propria carriera fra Fondo Monetario Internazionale, Banca dei Regolamenti, Ue e finalmente Bankitalia; allegria, direbbe Mike Buongiorno.

Ma il maggior numero dei ministri sono targati Partito Democratico, secondo partito in Italia. Cécile Kyenge, congolese, è il nuovo Ministro per l’Integrazione, benedetta da un politologo come Mario Balotelli, vuole risolvere la crisi parlando di cittadinanza agli immigrati;  Josefa Idem, medaglia d’oro nella canoa, vicina a Bersani e Ministro allo Sport e Pari Opportunità. Affiliati all’area Dem sono Flavio Zanonato allo Sviluppo Economico e Maria Chiara Carrozza, esperta di neuro robotica e Ministro dell’Istruzione e Università (come se un approccio esclusivamente scientifico non abbia già abbastanza massacrato l’Università italiana, staremo a vedere). Sempre dall’area Dem arriva Dario Franceschini, altro democristiano e titolare dei Rapporti con il Parlamento.

Alla Sanità arriva una diplomata al liceo classico, saranno contenti gli infermieri costretti a laurearsi per non trovare lavoro, Beatrice Lorenzin (conosciuta sui social network come “la maga dei pompin”) fedelissima di Silvio Berlusconi. Enrico Giovannini invece al Ministero del Lavoro, chiamato nella famiglia dei saggi di Napolitano, guida dell’Istat col pallino della digitalizzazione (che di sicuro creerà posti di lavoro, su twitter magari). Altro saggio del Presidente della Repubblica, ma anche uomo di Berlusconi è Gaetano Quagliarello che presiederà le Riforme Istituzionali ricordandoci che Eluana Englaro è stata assassinata e che pur avendo scritto un librone su De Gualle, preferisce far finta di niente. Addirittura in quota UDC arriva Giampiero D’Alia, Ministro della Pubblica Amministrazione, democristiano, berlusconiano e Dio sa cos’altro.

Tornando al Partito Democratico troviamo anche il Ministro degli Affari regionali Graziano Delrio, affiliato a Renzi e presidente ANCI, Carlo Trigilia alla coesione territoriale, affiliato a D’Alema.

Un altro “figlio di” è Massimo Bray, di cui anche gli amici cercano la pagina wikipedia per capire chi mai sia, Ministro della Cultura e qui si capisce quanto la cultura sia importante per tutti noi; chiamato per gli alti meriti acquisiti guidando la rivista di Massimo D’Alema Italianieuropei.

L’esigenza di rinnovamento è stata interpretata quindi in una maniera abbastanza particolare: i nostri padrini hanno scelto di presentarci quasi tutti nomi poco conosciuti, spingendo sul fatto che siano giovani (età media è più di cinquanta anni) e ci siano molte donne (come se fosse garanzia di qualcosa): ma siamo di fronte a tutti affiliati di gruppi ben consolidati e radicati nella storia recente dell’Italia. La crisi attuale, prodotta di certo a livello internazionale dal sistema di mercato (specialmente anglo-americano) dovrebbe essere  affrontata cambiando le carte in tavola, non rimescolando il solito mazzo. Senza citare statistiche e notizie buone per i telegiornali, la crisi la sentiamo sulla nostra pelle: c’è chi come l’autore del pezzo, super precario, non riesce a curarsi un dente che produce un dolore atroce più volte al giorno, chi non riesce a farsi visite importanti essendo troppo costose. Si potrebbe continuare ore a elencare le storture alle quali siamo arrivati, ognuno di noi ha le proprie e non abbiamo bisogno di commuoverci davanti all’ennesimo giornalista con una finta faccia contrita. Milioni di italiani sono lasciati senza voce e senza rappresentanza, e anche quelli che per interesse si affiliano a qualche famiglia (leggi partito) forse oggi finalmente capiscono che in quel modo tradiscono i propri compaesani.

Dopo un Parlamento illegale non poteva che nascere un Governo Bastardo, figlio di una scappatella che dura da decenni e che si chiama liberal-democrazia.

Da parte nostra, baciamo le mani al nuovo Governo di Famiglia.

Ci vediamo a Piazza Montecitorio. Monteciborio per gli amici.

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Matteo Guinness


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