Prima sotto traccia, ora in maniera ufficiale, si esplicita la ripresa di un potere mai perduto dal “Partito Democratico delle Discariche”, sulla città di Perugia, e lo si fa con l’ardire di chi non teme vergogna né sanzioni. Ci si dice preoccupati del bene dei cittadini, dell’ambiente da consegnare alle generazioni future… Loro che nella migliore delle ipotesi nulla hanno fatto per ostacolare chi, con i rifiuti e il controllo di società di gestione (in cartello tra di loro), ha sempre fatto l’unico vero business che un privato con i rifiuti può fare, compromettendo irrimediabilmente territori interi e lucrando a dismisura sulla pelle dei cittadini. Non una scusa, si legge nelle Loro parole, non un segnale di imbarazzo, per non aver vigilato, come invece avrebbero potuto e dovuto; quasi, come se, Loro, non ci fossero, non abbiano fatto scelte. E poi la chicca: “non è accettabile che venga offuscata l’immagine di una società solida che per decenni ha svolto il servizio di gestione dei rifiuti con efficacia ed efficienza sul nostro territorio e anche fuori regione” ; parole che oggi tuonano surreali. Parole senza senso di un Partito (delle discariche), inebriato dal déjà-vue dei tempi del buco di bilancio; quel buco, nel rattoppare il quale, forse e dico forse, qualche buona parte l’hanno avuta anche Gesenu e il suo nuovo amministratore delegato. E non importa che già nel 2000, dalla relazione della Commissione d’Inchiesta sul ciclo dei rifiuti e delle attività illecite ed esso connesse, approvata il 29/03/2000, emergessero elementi di contatto societario tra una costellazione di imprese operanti nel settore dello smaltimento dei rifiuti riconducibili al socio privato ed imprenditori vicini e/o appartenenti alla camorra. Poi, arriva la Magistratura, che speriamo, almeno questa volta, sia determinata ad andare fino in fondo…
Il Consigliere M5S Cristina Rosetti