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"il partito di grillo", per saperne di piu'

Creato il 16 febbraio 2013 da Alessandro @AleTrasforini

Può un comico trasformarsi in politico credibile, svolgendo un'attività da lui definita assimilabile a quella di un "megafono" portavoce delle istanze dei singoli?  Può questo comico divenuto politico ragionare, in un Paese dalla politica fortemente minata nella credibilità, attorno a consensi oscillanti fra 15-20% occupando piazze ed intrattenendo comizi all'insegna dello "Tsunami tour" di turno? Come potrebbero svolgersi e svilupparsi le dinamiche interne ad un "Movimento" il cui scopo principale sembra essere quello di trascinare la protesta, senza preoccuparsi di costruire proposta? Quale fascia di elettorato sembra "tendere" verso la scelta dell'abbreviato M5S?  Chi sceglie di votarsi al M5S appartiene in maggioranza alla (reputata) vetusta "corrente" di destra o sinistra? A queste e moltissime altre domande cerca di rispondere il libro "Il Partito di Grillo", edito da Il Mulino; le intenzioni fondamentali di critica e discussione attorno alla figura del non-partito sono razionalmente giustificate sin dalla prima pagina: 
"[...]Capace di suscitare entusiasmi e speranze pari ai tumori e alle ripulse, il "grillismo" sembra più di una meteora del costume: forse sarà un nuovo protagonista degli equilibri politici italiani, forse - come promette e minaccia - li farà saltare. In ogni caso, sarà bene conoscere il fenomeno più da vicino, al di là del clamore giornalistico. [...]"
Conoscere il fenomeno più da vicino equivale a promuovere specifiche discussioni attorno ad alcuni argomenti che, in forma più o meno velata, anche lo stesso comico-megafono cerca di nascondere e/o arginare: 
"[...] il lettore potrà scoprire le ragioni del successo del M5S e potrà quindi [...] inquadrare il movimento e la sua organizzazione dentro e fuori la rete, il rapporto tra la base e il condottiero-blogger, le relazioni tra eletti e militanti, l'uso delle tecnologie e della 'web-democracy', il ruolo delle tradizioni civiche e la capacità di proiezione a livello nazionale. [...]"
Grazie a contributi scritti da numerosi esperti del settore, le riflessioni principali si mobilitano attorno ad alcuni importanti macro-argomenti:
  • figura del comico divenuto politico: dalla Tv ai tour, dal blog al "Movimento";
  • shock elettorale;
  • elettorato del M5S: il Movimento riesce a catturare voti più a destra o più a sinistra? "Prende" forme di consenso fra indecisi, incerti, delusi, astenuti o non votanti?
  • "dentro" al Movimento: organizzazione, attivisti e programmi. Chi critica o cerca di promuovere riflessioni attorno al M5S viene spesso accusato di fare propaganda spicciola, non conoscendo le reali dinamiche interne e le vere modalità di funzionamento dell'intera struttura: argomentazioni reali od ennesime illusioni?
  • fra Movimento e "Rete": ragionando attorno al misterioso mondo della Rete, può capitare di chiedersi chi ci sia a (far?) parlare l'uomo-comico-megafono? Può capitare di domandarsi chi e cosa ci sia dietro alla (troppo poco) studiata Casaleggio Associati? Può essere legittimo chiedersi quale sogno ci sia dentro alla sviluppata idea di "Gaia", promossa proprio dalla stessa Casaleggio? (rif.: http://www.youtube.com/watch?v=sV8MwBXmewU) Può parte della democrazia interna ed esterna al Movimento essere vincolata ad argomenti di pubblicità e/o tecniche di marketing?
  • M5S, fra politica e populismo: può il Movimento avere componenti assimilabili ad una forma moderna ma non certo meno innocua di "populismo"? Può essere più facile rastrellare consensi in un momento storico-social-economico-[...] in cui tutte le "architetture" sembrano crollare impietosamente?
E' da quest'ultimo punto che si dipanano quelle che sembrano essere le conclusioni con cui ragionare attorno a quello che può/potrebbe essere il futuro di questo Movimento che dovrà, per forza, istituzionalizzarsi e "trasformarsi" in Partito.  Attraverso quali "binari" è possibile inquadrare la tanto decantata definizione di "populismo"? Quali sono le caratteristiche di un partito/movimento "populista" coagulatosi in fase di protesta e tensione sociale? Le giuste e/o giustificabili ragioni di fondo causate da "criticabili" classi dirigenti giustificano anche il deflagrante consenso verso il M5S? Il termine "populista" esprime connotazioni sempre e comunque negative?  La necessità di approfondire la tematica del M5S è argomento figlio di tendenze anti-politiche od anti-partitiche? In termini espliciti, il populismo viene descritto come assimilabile alla definizione riportata nel seguito: 
"[...] il populismo è "senz'anima", cioè non dispone di una vera ideologia, intesa come un sistema di idee e di valori [...] connessi all'azione politica, in grado di interpretare il passato, leggere il presente e proiettarsi sul futuro guidando la formulazione di un programma e di una strategia per la sua realizzazione. [...] è stato definito "un'ideologia debole". [...]"
Quali sono gli elementi costitutivi per etichettare un fenomeno come populistico?  Quanti di questi sono assimilabili a componenti specifiche e caratteristiche del M5S?  Il populismo sembra presupporre, su basi generalizzabili, argomentazioni per sufficienti tratti assimilabili a quelli caratteristici del M5S? Vengono fornite argomentazioni per affermare se sia possibile o meno identificare, sia nel presente che nel futuro, il M5S come partito populista; quale futuro potrebbe presentarsi per un movimento che oggi ama definirsi "oltre" le normali barriere imposte da ideologie ormai spacciate per decadute o vetuste? Quali problemi (interni ed esterni) ha il dovere di elaborare e risolvere per superare i possibili potenziali scogli futuri extra-crisi? A queste ed altr(ettant)e domande cerca di rispondere il libro "Il Partito di Grillo", edito da Il Mulino e curato da Piergiorgio Corbetta ed Elisabetta Gualmini. 

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