il passato che ritorna
Creato il 31 maggio 2013 da Omar
Il passato che ritorna, che investe in qualche modo il presente, è un classico del romanzo poliziesco e, direi, di ogni tipo di romanzo. Ultimamente sono le vicende della seconda guerra mondiale a farla da padrone e ad inserire le loro drammatiche propaggini nel mondo attuale. Ecco, a proposito, ben quattro libri recenti.
Ombre sul lago di Cocco e Magella, Guanda 2013.
Cernobbio, lago di Como. Resti umani sulle montagne, giovane morto ammazzato con due colpi di pistola, gamba destra rotta, una catenina, un mezzo medaglione, la sigla K.D. ritrovata su un portasigarette d’argento. Preposta a risolvere il mistero il commissario Stefania Valenti, 45 anni, separata da Guido, figlia Camilla di 11 anni, Ron il gatto rosso.
Bisogna muoversi con discrezione perché incombe il senatore Cappelletti, la cui Villa Regina al tempo della guerra era stata trasformata in ospedale dai tedeschi. Tutto ruota intorno a questa villa e alle sue vicende familiari che sembrano siano in stretto rapporto con il morto. E tutto ruota intorno a Stefania, personaggio principale con i suoi momenti di forza («Non sappiamo nulla di te, ragazzo, ma ci arriviamo, stai tranquillo»), e di crisi che, comunque, continua imperterrita l’indagine anche quando questa viene archiviata (un classico fin troppo ripetitivo). Aggiungo lettura di Camilleri, boccate di Muratti Lights, la solita citazione della Christie e un «Elementare Watson» che se non ci sono il lettore si sente male.
Attorno alla protagonista gli immancabili personaggi della polizia, ognuno con le proprie caratteristiche, tra cui il solito capo criticone “Stai conducendo una indagine, non stai inventando una trama di un romanzo”, la giornalista che l’aiuta nello svelamento del mistero e uno in particolare, l’ambientalista Luca Valli, con il quale sembra nascere qualche fremito stuzzicarello: difficoltà ad essere disinvolta con lui, mani che si sfiorano, mano sulla spalla, profumo di dopobarba, cuore che batte e insomma il brividino che si fa largo nella corazza dei sentimenti senza quegli assatanati salti sul letto che si trovano ormai dappertutto.
Racconto affidato per molta parte (forse troppa) alle rievocazioni di alcuni personaggi, ricerche d’archivio, microfilm, esame particolare di una fotografia che può riservare sorprese, spunti di vita lavorativa, spunti di vita familiare, Camilla e la sua amica, la mamma, le zie, il paesaggio del lago e della montagna ad affascinare la mente e il cuore della protagonista e del lettore. Profumino culinario con il lavarello in salsa verde e una telefonata che promette un seguito.
Buona lettura senza urletti di gioia.
Per gli altri libri, già comunque recensiti, solo un accenno a ciò che ci interessa:
Pessime scuse per un massacro di Enrico Pandiani, Rizzoli 2012.
“E’ una storia, questa, che mischia la Resistenza con il traffico internazionale di droga e di armi con la fuga di nazisti alla fine della guerra. Storia pure di documenti, fotografie, di ebrei deportati, delle indagini portate avanti dalla squadra, ognuno con i suoi problemi personali”.
Venti corpi nella neve di Giuliano Pasini, TimeCrime 2012.
“Alla vicenda attuale si ricollega una storia passata di lotta partigiana, di massacri e rappresaglie, di dolore, di eroismo, di barbarie. Lotta, coraggio, sofferenza. Vendetta”.
Occhi chiusi di Giulio Massobrio, Newton Compton 2012.
“Parallela all’indagine una storia in corsivo ci riporta indietro nel tempo a svelarci un tragico episodio. Praticamente uno dei tanti intrecci passato-presente che si rifanno alla seconda guerra mondiale insieme alla violenza sui bambini (ormai una moda)”.
Tra i quattro consiglio, soprattutto, il libro di Pandiani per costruzione narrativa e qualità di stile.
[by Fabio Lotti]
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