Recensione
*Attenzione: potrebbero essere presenti piccoli spoiler*Aveva stupito e affascinato con Scomparsa, le confessioni di una donna rapita e tenuta prigioniera per un anno. Ora Chevy Stevens reitera la sua particolare modalità narrativa - ogni capitolo è un lungo monologo nello studio di una psichiatra, presenza muta - in un nuovo thriller che dà voce a una protagonista vittima degli eventi, ma qualcosa non funziona a dovere.
Non è la riproposizione della struttura narrativa a stancare. Il demerito della Stevens, forse, sta nell'essersi allontanata dalla plausibilità della situazione di partenza di Scomparsa (il ritorno alla normalità di una donna rapita) per addentrarsi nell'irrealistico: in seguito a indagini svolte per ritrovare i genitori biologici che l'hanno abbandonata, Sara scopre di essere il frutto di uno stupro che un pericoloso serial killer ha perpetrato ai danni dell'unica vittima che è riuscita a sfuggirgli. Una notizia già in grado di destabilizzare chiunque (sebbene ritenga decisamente esagerati i timori della protagonista, che in ogni banalissima esplosione di rabbia rivede i geni malati del genitore), se non fosse che il serial killer è ancora a piede libero e, non appena trapelata la notizia, si mette in contatto con la figlia. Per Sara è l'inizio di un incubo: i due agenti assegnati al suo caso la spingono a incoraggiare le attenzioni del serial killer nella speranza di rintracciarlo.
La vicenda coinvolge meno della precedente, ma anche la protagonista non aiuta nel godimento della storia: Sara è incredibile - e insopportabile - nella sua totale incapacità di sapersi emancipare dalle persone che si approfittano di lei, che poi sono anche la quasi totalità dei comprimari del romanzo. Ciò può solo parzialmente essere giustificato dalla sua condizione di figlia adottata che si sente perennemente in debito con il mondo: Sara subisce le angherie del padre e della sorella minore (mai protetta dalla madre distante per malattia e dall'altra sorella troppo pusillanime), giustifica il fatto che il fidanzato Evan, con il quale sta per sposarsi, la trascuri per il proprio lavoro nonostante si trovi in pericolo di vita e gli permette persino di essere geloso, accetta le continue pressioni degli agenti, finendo per cambiare idea ogni volta che decide di gettare la spugna, e vizia come una regina la figlia seienne che meriterebbe piuttosto un paio di schiaffoni. In questa situazione da sfruttata Cenerentola delle fiabe, invece di reagire, Sara continua a preoccuparsi delle proprie reazioni violente, le quali in tutto il romanzo ammontano a qualche rispostaccia, ai rari rimproveri impartiti alla bambina, e a uno spintone dato in passato a un ex traditore.
Protagonista e scarso coinvolgimento si uniscono a una trama che, dopo trecento pagine, finisce per diventare ripetitiva. Peccato davvero, perché la Stevens, nonostante non sia dotata di una prosa particolarmente arguta, sa costruire la tensione e dosare le pause tra un capitolo e l'altro in modo da costringere il lettore a proseguire la lettura, che si consuma dunque tutta d'un fiato.
Giudizio:
+3stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Il passato di Sara
- Titolo originale: Never Knowing
- Autore: Chevy Stevens
- Traduttore: M. Francescon
- Editore: Fazi Editore
- Data di Pubblicazione: Luglio 2014
- ISBN-13: 9788864118352
- Pagine: 444
- Formato - Prezzo: Brossura - 16.50 Euro