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Il passato e il futuri del Pd

Creato il 07 maggio 2013 da Pdarcore
Il passato e il futuri del Pd
di Roberto Mollica Bisci
Io da grande sostenitore al congresso e alle primarie del segretario dimissionario Bersani non posso che prendere atto che una serie di errori madornali nella gestione della campagna elettorale e del post voto, assunti dall'intera segreteria e conseguentemente dal partito, hanno causato innanzitutto il risultato elettorale che tutti conosciamo e 50 giorni di caos assoluto nel tentativo di formazione del governo e nell'elezione del Presidente della Repubblica. Nonostante fosse legittimo il tentativo di Bersani di cercare di formare il governo da noi auspicato, il governo del cambiamento, anche cercando inizialmente di convincere il M5S a sostenerci, l'incaponimento di buona parte della nostra classe dirigente ci ha letteralmente fatto sbattere contro un muro, evento tragicamente rivelatosi con lo sfaldamento dei gruppi parlamentari durante l'elezione del Presidente della Repubblica. Quante volte nel post voto abbiamo sentito i nostri dirigenti su giornali e tv tenere una linea che non era chiara e precisa? Cosa ci voleva a sostenere un tentativo di governo ma in caso di fallimento sì ad un governo di scopo per cambiare la legge elettorale, rifinanziare la cassa in deroga e poi tutti a votare? E invece no, i nostri dirigenti senza una chiara linea politica nuova, diversa da quella che aveva portato al fallimento delle elezioni, sono stati capaci invece di fare tutto il contrario di quanto avevano sostenuto fino a qualche mese fa. Palese è anche la gestione dei gruppi parlamentari: abbiamo invocato ed ottenuto che in coalizione vigesse il principio di maggioranza e adeguamento delle posizioni contro alle posizioni maggioritarie e proprio noi, nel segreto dell'urna abbiamo silurato prima Marini e poi Prodi (e con Rodotà sarebbe successa la stessa identica cosa - numeri alla mano ).Ovvio è che ora non ci resta che sostenere questo governo, che ha alcune note positive ma altrettante negative, cercando di incidere il più possibile con quei punti del nostro programma per il riformismo e l'equità sociale, a noi molto cari, non comportandoci come con il governo Monti, ossia tacendo o quasi davanti a decisioni inique e a senso unico.A chi spetterà questo compito? Ai nostri ministri, ai nostri parlamentari e ad un gruppo dirigente che deve essere profondamente rinnovato. Sono sempre stato dell' opinione che squadra che perde, si cambia. E non è solo responsabilità dell'allenatore, alias Bersani. In molti hanno contribuito alla lacerazione di questo partito, creando corrrenti e correntine, lasciando la gestione del partito a chi veramente ama il Pd così come è nato originariamente. Serve umiltà e spirito di sacrificio per rifondare da zero questo partito e trovo agghiacciante come una intera classe dirigente che ha fallito nella partita più importante possa pensare che all' assemblea di sabato 11 maggio si debba eleggere un segretario operativo a tutti gli effetti che porti il partito al congresso. Questa è un' assemblea ormai delegittimata dalle dimissioni della segreteria tutta e figlia di un congresso del lontano 2009, i cui equilibrii non esistono più. E' necessaria, invece, una gestione di reggenza per questi pochi mesi che ci porteranno al congresso in autunno, che, a mio parere, deve essere il più aperto possibile alla discussione e che ci porti ad un completo rinnovamento della classe dirigente, nessuno escluso. Se anche io in passato ho forse ragionato sull' usato sicuro, nonostante la mia giovane età, oggi ritengo che non basta solo l'esperienza: oltre alle idee il sottoscritto valuterà anche chi si presenterà perchè nel 2013 forse è arrivato il momento che in molti si rendano conto che politicamente la loro ora da protagonisti è terminata.Io, nato nel 1983, non sono ex di niente e nessuno, nonostante le prime esperienze politiche sono state nei DS. Sono semplicemente innamorato del riformismo democratico alla ricerca di una società più equa e giusta, che non neghi diritti a nessuno ma che li amplii il più possibile e dove il principio di sussidiarietà sia il cardine. E questo parlare di ex semplicemente mi provoca una forte orticaria.

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