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Il pasticcere del Re.

Creato il 30 settembre 2014 da Il Viaggiatore Ignorante
Il pasticcere del Re.

A prima vista qualcuno dirà:" Ma che pubblicitá per la Pasticceria..." E invece no!Questa é la storia vera di persone vere che con il loro lavoro e la loro passione hanno dato lustro al Canavese e al Piemonte.

La Pasticceria Roletti nacque a San Giorgio Canavese il 5 gennaio 1896, fondata da Giuseppe Roletti (Pinòt Rolet), il quale non avendo ancora raggiunta la maggiore età si vede costretto ad intestare inizialmente la licenza alla madre .
Roletti o Roletto è cognome tipico delle valle Sacra, un solco vallivo che si sviluppa sulle propaggini più orientali del versante canavesano del Gran Paradiso. L'etimologia è quasi sicuramente "bosco di roveri", in piemontese appunto Roleut ed italianizzato in Roletto. In queste zone sono infatti numerosi i boschi di questa specie arborea.
I Roletti di Colleretto Castelnuovo sono impresari edili impegnati in opere civili . Per alcuni di essi la vocazione naturale è la carriera militare nelle forze sabaude.
Ma alterne fortune, l'inclinazione naturale alle arti dolciarie e, non ultimo, unattenta valutazione delle posibilità lavorative, suggeriscono alla famiglia di trasferirsi a San Giorgio Canavese.
Il pasticcere del Re.
San Giorgio è infatti un centro di grande importanza nell'area canavesana: oltre a possedere un mercato comparabile a quelli di Ivrea e Chivasso, è patria di grandi personaggi che hanno dato lustro all'intera Patria (Carlo Botta, Carlo Vigna, Teresa Belloc, Pier Carlo Boggio e molti altri ancora) ed inoltre si trova a poca distanza dalla Residenza Sabauda di Agliè.
BrevettoDucaGenovaCosì i Roletti si insediano a San Giorgio. Giuseppe dopo un esperienza da apprendista nei rinomati opifici dolciari di Torino, apre il negozio e laboratorio di pasticceria il 5 gennaio 1896. Suo fratello, Antonio Roletti, uomo di maggiore inclinazione agli studi, fa carriera nell'esercito sino a diventare colonnello. Questa figura avrà una notevole importanza nella storia della pasticceria come vedremo più avanti.Brevetto Regina Madre
L'inclinazione naturale di Giuseppe nell'arte dolciaria viene subito riconosciuta dai clienti più importanti. Dopo numerosi viaggi in carrozza da Agliè a San Giorgio, il Principe Tommaso di Savoia, Duca di Genova, concede alla pasticceria di fregiarsi del suo stemma. La fama della pasticceria si estende subito presso la casa reale. Diventa così una delle gemme della "corona di delizie dolciarie" di corte, affiancandosi ai grandi locali torinesi. Così la Regina Madre Margherita di Savoia comincia a frequentare assiduamente la Pasticceria, raggiungendola con la sua carrozza con ruote bianche ed omaggiando i bambini sangiorgesi accorsi con la speranza di ricevere qualche dolciume. Nel 1923 la Regina Madre concede alla pasticceria il diritto di fregiarsi del suo stemma regale.
Il pasticcere del Re.
L'importanza assunta dalla pasticceria richiede un locale all'altezza della sua fama. Antonio, il fratello del fondatore della pasticceria, fine designer di architetture liberty, modella nei primi anni del nuovo secolo la rinnovata veste del negozio e dello stabile dove si trova ubicato. Il palazzo viene così ornato da fregi in cotto e maiolica secondo ilEstrattoBrevettoDuchessaPistoia gusto del liberty austriaco, il "Secessione Vienna", ed il negozio viene realizzato secondo il gusto piemontese del tempo. La porta d'ingresso viene impreziosita con un pregiato vetro legato a piombo riportante gli stemmi delle due casate servite. La pasticceria ha mantenuto sino ad oggi questa veste di inizio secolo.
Nel 1933 la Duchessa di Pistoia Lidia d'Arenberg, deliziata dalle specialità della pasticceria, concede ai Roletti il diritto di fregiarsi del titolo di fornitore. A questa figura si lega il dolce simbolo della pasticceria: il Biscotto della Duchessa. La tradizione popolare narra che la Duchessa usasse come "dolce" pretesto per le sue fughe amorose quello di dover andare a San Giorgio Canavese per poter acquistare le Duchesse da Roletti.
In questi anni, si fa sentire l'entrata in scena di Luigi, figlio di Giuseppe. Appassionato musicista di pianoforte ed organo, sospinto probabilmente dall'onda modernista del tempo, vede per la pasticceria un allargamento delle attività in direzione più imprenditoriale. Viene così allestito uno specifico settore di biscottificio, dove vengono utilizzate macchine automatizzate con stampi in ottone e un modernissimo forno a ciclo continuo. A supportare questo processo innovativo sempre la figura dello zio Antonio che immagina addirittura di produrre elettricità per il nuovo laboratorio utilizzando la forza motrice di un non distante rio.
La guerra è un ovvio momento di stasi per le attività dell'azienda. La fedeltà monarchica della famiglia mai separata da sentimenti democratici e sociali, gli viene riconosciuta dai partigiani e così la pasticceria ed i suoi ornamenti sabaudi vengono risparmiati da ogni forma di danneggiamento.
Il secondo dopoguerra vede scomparire prima Luigi e poi il papà Giuseppe. Entra così velocemente in scena il secondo Giuseppe, figlio di Luigi, coadiuvato dalla mamma Stella e dalla sorella Maria Rosa . Costretto ad interrompere gli studi per poter salvare le sorti della pasticceria, porta inizialmente avanti l'attività nell'ottica modernista del Luigi ma dopo poco intuisce la necessità di concentrare tutti gli sforzi sul settore artigianale. Ha così inizio un processo di perfezionamento di quanto impostato dal nonno Giuseppe.
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All'inizio degli anni '80 entra in scena la quarta generazione dei Roletti: Pier Luigi. Perseguendo l'obiettivo della assoluta qualità, la pasticceria ha raccolto negli ultimi anni numerosi riconoscimenti dagli esperti di settore attirando così una clientela di gourmets anche da regioni lontane. Le sue caratteristiche la candidano nuovamente a pasticceria di riferimento del Castello Ducale di Agliè, uno dei gioielli della principale scommessa turistica internazionale che giocherà nei prossimi anni il Piemonte: il circuito delle Residenze Sabaude.
Il Canavese, terra di gente forte e grandi passioni. La mia terra. E se passate da San Giorgio, nel Vostro peregrinare canavesano, fermatevi per una sosta...d'altri tempi....

Vittorio Vallero.



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