Il patto di ferro Decima Mas-Usa

Creato il 09 aprile 2013 da Casarrubea

Class.: segreto.

Oggetto: Il movimento neofascista (1)

Data: 10 aprile 1946

Fonte: Nino Buttazzoni, ex capitano della Decima Mas

Commento: La fonte è evasa da un campo di detenzione alleato ed è in contatto con vari fascisti italiani. Siamo convinti che, sebbene gli scenari da lui dipinti siano grossolanamente esagerati, Buttazzoni goda dell'appoggio di molti elementi dell'esercito e dei movimenti dell'estrema destra. L'agente JK1/4 ha ammesso di aver incontrato la fonte in svariate occasioni. Miss Quinn manterrà il contatto per il proprio lavoro informativo.

Valutazione della fonte

Attualmente la fonte opera clandestinamente a Roma con l'obiettivo di reperire appoggi politici ed economici per i neofascisti e di cercare di legalizzare la loro posizione. Egli punta ad ottenere la protezione alleata (in particolare americana) per gli elementi neofascisti. Ha fornito a questo ufficio vari rapporti sui movimenti neofascisti, nella speranza che destino l'attenzione delle autorità americane e che queste entrino in contatto con il suo gruppo.

Nei loro rapporti, Buttazzoni e il suo movimento sostengono che i comunisti, e quindi la Russia, stanno assumendo il controllo dell'Italia. I neofascisti sono un forte baluardo contro il comunismo. Di conseguenza, dovrebbe essere loro consentito di rientrare nella vita politica italiana e di fornire un contributo alla sconfitta del comunismo. Gli Stati Uniti d'America hanno commesso molti e gravi errori sull'Italia. Tuttavia gli americani non desiderano che il bolscevismo prenda piede in Italia. Dovrebbero quindi aprire un negoziato con i neofascisti e sostenerli. In cambio, gli Stati Uniti sarebbero in grado di controllare la situazione politica italiana appoggiandosi ai neofascisti, che sono fortemente organizzati in diverse migliaia di militanti.

Tutte le informazioni che riportiamo provengono dai rapporti compilati dalla fonte (gli scenari configurati sono a lui attribuibili, così come la descrizione delle varie organizzazioni, i nomi e i documenti).

[...]

Attuale organizzazione dei neofascisti

Le ristrettezze economiche e la costante minaccia di persecuzioni hanno finito per unificare i movimenti neofascisti, spingendoli ad organizzarsi.

In ogni grande città italiana vi è un'organizzazione generale denominata "comitato", costituita dai comandanti dei vari "gruppi d'azione", a loro volta suddivisi in "squadre". Queste si rapportano solitamente con le varie sezioni cittadine o provinciali.

Fino a qualche tempo fa, una vera e propria organizzazione esisteva solo nell'Italia settentrionale. Milano costituiva il centro più importante, da cui dipendevano altre città del nord come Genova e Venezia.

Al sud, i centri agivano in maniera indipendente. Attorno al centro di Roma si raggruppavano i movimenti neofascisti di Lazio e Umbria. Erano attivi anche i centri di Napoli, Bari, Reggio Calabria e della Sicilia.

Di recente tutti i centri sono stati compattati, stabilendo un piano unico per le attività e la propaganda. E' Milano a governarli. La capitale lombarda è diventata il quartier generale del movimento, soprattutto grazie all'appoggio ricevuto dalla maggioranza dei grandi industriali del nord. Da Milano, i fondi partono poi per le città dell'Italia centrale e meridionale.

A Milano e provincia i neofascisti armati sono 50.000. Genova e provincia ne contano 20.000 (metà dei quali armati). La loro forza è simile a Venezia e dintorni. Anche i centri di Bergamo e di Brescia sono molto forti. Roma ha 30.000 uomini, 10.000 dei quali armati. Vi sono centri neofascisti a Napoli, Bari, Reggio Calabria e in Sicilia. Tuttavia, la maggioranza dei neofascisti meridionali è stata assorbita dal movimento dell'Uomo Qualunque.

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Programmi politici

Lo scorso 4 aprile Buttazzoni ci ha fatto pervenire un rapporto dattiloscritto intitolato "Riassunto della situazione generale al 1 aprile 1946". La fonte ha rivelato di essere in contatto con Valerio Borghese, l'ex comandante della Decima Mas, ora detenuto nell'isola di Procida assieme ad altri esponenti della Decima internati nello stesso penitenziario. Il rapporto presentato da Buttazzoni è il risultato di una serie di scambi di vedute con i suddetti elementi. I principali punti del resoconto sono i seguenti:

al giorno d'oggi, sono due le potenze in lotta per l'egemonia mondiale: l'Unione Sovietica e gli Stati Uniti d'America;

guidati da Mosca, i comunisti sono diventati i padroni dell'Italia;

la questione monarchica è stata artificialmente creata dai comunisti, giacchè una monarchia non può far parte dell'Unione Sovietica;

se la monarchia vincesse il referendum, i comunisti proclamerebbero ugualmente la repubblica (che in un secondo tempo verrebbe annessa all'Urss). In tal caso, potrebbe scoppiare una guerra civile;

non ci si può fidare della Dc, un partito pronto ad allearsi con chiunque pur di raggiungere i propri fini politici;

il movimento dell'Uomo Qualunque ha gli obiettivi politici più chiari, ma, al punto in cui siamo, non è più in grado di concludere alcunché;

l'unica soluzione possibile sarebbe quella di rovesciare l'attuale governo per imporre una autorità apolitica guidata da Nitti;

un'altra alternativa potrebbe essere quella di una sollevazione popolare, una volta accertato che vi sono le condizioni per tale azione;

in ultima istanza, il luogotenente del regno potrebbe abdicare e dichiarare a tutta la nazione che non vi sono le garanzie necessarie allo svolgimento di libere elezioni. Di fatto, egli rinuncerebbe al suo incarico fino al momento in cui il popolo italiano non fosse in grado di decidere liberamente del proprio destino;

sostenere che le elezioni stabiliranno ciò che più si conviene all'Italia, equivale a dire che questa deve diventare un'alleata dei russi;

non dobbiamo perderci d'animo per la sconfitta del movimento dell'Uomo Qualunque nelle elezioni amministrative. Occorre ora intensificare l'appoggio a questo partito per le elezioni del 2 giugno;

in conclusione, l'unica soluzione in grado di salvare l'Italia è quella di instaurare un governo imparziale guidato da Nitti, capace di impedire un colpo di stato comunista e di favorire l'elezione del maggior numero possibile di deputati dell'Uomo Qualunque.

Buttazzoni ci ha inoltre presentato uno scritto dal titolo "Il Fronte antibolscevico italiano". Interrogato sui suoi componenti, la fonte ha risposto che il "Fronte" è interamente composto da unità neofasciste clandestine. Il documento propone un programma sociale e politico per l'Italia. I suoi principali punti sono i seguenti.

In politica estera:

la preservazione dell'integrità territoriale dell'Italia, i cui confini sono delimitati dalle Alpi e dal mare;

il diritto a conservare le colonie;

una politica estera nazionalista;

l'adozione di una posizione esclusivamente europea da parte delle nazioni occidentali per la difesa del vecchio continente dall'imperialismo bolscevico.

In politica interna:

il rigetto delle epurazioni e la liberazione dei prigionieri politici;

la garanzia di una serie di diritti civili per il popolo italiano;

il rinvio della soluzione per la questione monarchica: la libertà morale del popolo va garantita;

la religione cattolica deve continuare ad essere la religione dello Stato. I Patti lateranensi devono essere rispettati, così come le altre religioni.

In campo sociale:

tutte le industrie, con l'eccezione di quelle private e delle attività artigiane, devono essere socializzate;

la socializzazione prevede la partecipazione dei sindacati dei lavoratori alla conduzione dell'impresa e alla distribuzione dei dividendi. Tuttavia, ciò non significa che la proprietà privata debba essere socializzata;

anche le imprese agricole, in cui operano agricoltori salariati, devono essere socializzate. Va inoltre mantenuto (con le opportune modifiche) il sistema di distribuzione dei raccolti. I grandi latifondi vanno eliminati.

In conclusione, il documento afferma che non vi può essere giustizia sociale se ogni nazione non possiede "il capitale della terra", che deve equilibrarsi con le necessità basiche del "capitale dell'industria".

All'inizio di marzo, il centro neofascista di Roma ha approvato una risoluzione per la creazione di un ampio partito: tra i suoi obiettivi, la guida delle forze anticomuniste e la ricostruzione dell'Italia. Questo partito dovrebbe inoltre stabilire un contatto con le autorità americane e cooperare con esse. La nuova formazione politica dovrebbe essere costituita da:

i neofascisti organizzati;

tutti gli italiani anticomunisti al momento perseguitati;

tutti gli italiani disgustati dall'attuale situazione politica;

i reduci dai campi di concentramento;

tutti gli anticomunisti di sinistra.

Alla fine di febbraio, il centro neofascista di Roma ha approvato una risoluzione in cui si afferma che le migliaia di italiani che hanno combattuto contro il comunismo sono al giorno d'oggi esclusi da ogni attività politica e, al momento, organizzati clandestinamente. Tutti i partiti politici hanno fallito nel compito di ricostruire l'Italia. Di conseguenza, i neofascisti intendono stabilire un contatto con le autorità americane per analizzare congiuntamente la situazione del paese. La questione politica italiana verrà quindi collocata nelle mani degli Stati Uniti.

Alla fine di febbraio il centro neofascista di Roma ha redatto un rapporto intitolato "Gli Stati Uniti e l'Italia", che è stato inviato al papa. In sintesi, il documento afferma che:

è interesse degli Stati Uniti che l'Italia torni ad essere una nazione forte;

un'Italia forte può diventare un'ottima fonte di investimenti per gli Stati Uniti;

l'Italia può diventare una base mediterranea per gli Stati Uniti nella loro lotta contro l'Inghilterra e la Russia;

se gli Stati Uniti abbandoneranno l'Italia al suo destino, avranno come nemico il popolo italiano stesso, prima sconfitto e poi soggiogato. L'Italia diverrà così un focolaio di infezione sociale per l'Europa e il mondo. Potrebbe quindi cadere nelle mani del comunismo, diventando una repubblica sovietica nel bacino mediterraneo.

[...]

Miss Quinn, agente dell'X-2 (Roma)

Archivio storico Casarrubea- Partinico (Palermo)


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