L’accusa della dirigenza PD emerge stamattina da un post di Pippo Civati:
Care e-lettrici e cari e-lettori,
il Pd ha deciso: è tutta colpa vostra. Dei vostri tweet e dei vostri commenti. Siete il «popolo della rete», quello che fa sbagliare (!) i parlamentari con le sue indicazioni. Non ci interessa sapere se abbiate una vita o un lavoro (o non l’abbiate). Ci interessa solo poter dire che i vostri tweet (e anche gli sms) sono eversivi.
Non è un problema di età: il gruppo dirigente del Pd la pensa così. Lo pensa Speranza, lo pensa Bersani, lo pensa il segretario regionale della Lombardia, lo pensano gli altri leader. Lo pensa anche Renzi, a suo modo (dice elegantemente: «a ogni cinguettio, c’è qualcuno che se la fa addosso»).
E la Rete, naturalmente, si scatena con l’hashtag #ÈColpaDiTwitter:
- Il PD dà la colpa a Twitter. Per riassumerne il programma 140 caratteri sono troppi (@Microsatira);
- Il PD scarta la linea politica di “il cane mi ha mangiato il programma” e sceglie “è colpa di Twitter” (@SnoopyTheWriter);
- E ora forza, dal divano via smartphone conquistiamo il mondo (@dontommaso);
- Quindi per il PD la colpa è dell’uccellino di Twitter e non del tacchino sul tetto (@pellescura);
- È lunedì, sto andando in palestra e, a quanto pare, ho contribuito ad affossare il PD (@carlacorigliano).