Il Pd, il desiderio di giustizia e un’elezione pilotata dall’alto e dal basso

Creato il 10 dicembre 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Nel popolo delle primarie ci sono alcuni dei contribuenti onesti, forse molti, tanti dipendenti pubblici e privati che ingiustamente hanno dovuto pagare il prezzo della crisi al posto dei soliti furbastri. C’è parte rilevante degli italiani onesti che consegna le proprie speranze di giustizia all’unico partito di governo che abbia conservato un minimo di serietà.
Ma gli iscritti non hanno votato Renzi in massa. L’avranno votato dei simpatizzanti del Pd. Ma chiunque poteva votare.
Gli affezionati elettori del Pd, gli iscritti al pd, misteriosamente, anzi no, in seguito a un preciso calcolo contano meno di sconosciuti elettori del segretario nazionale.
Che senso ha?
Sacrosanti desideri di giustizia e di buon governo sopraffatti da personaggi senza volto. Un candidato scelto dalla tv perché parla il linguaggio dello spettacolo, quello possibile, dopo Berlusconi e Grillo. E certo parla assai meglio.
Ma le riforme le può fare solo il Parlamento, che ha il potere legislativo proprio perché rappresenta tutti, o almeno le idee politiche principali diffuse tra la popolazione. Le leggi non le fa il sindaco d’Italia, ma un organo rappresentativo di tutti, dove tutti dovrebbero collaborare seriamente.
Così dice la Costituzione ma oggi circolano strane idee poco serie. Il governo non fa le leggi, non le può fare. Le propone, le anima, ma non siamo in dittatura e qualcuno forse non se ne accorge e spreca le opportunità della democrazia.

In provincia di Cremona poi molti han votato Renzi semplicemente per far fuori Luciano Pizzetti. Lo si poteva ammettere. È una scelta.
Forse anche in altri territori l’obiettivo era anche questo, semplicemente.

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