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Noto però un paio di cose: prima di tutto che la vittima designata dello scherno dei piddìni è il M5S di Grillo e Casaleggio, non il tanto odiato - da sempre - Silvio Berlusconi, che invece ha subito un violentissimo tracollo. Perché? Ricordiamoci gli accordi di Renzi e di Berlusconi, ricordiamoci l'appoggio del partito di quest'ultimo. Ora forse il Sindaco d'Italia non avrà più bisogno di lui, ma perché non chiudere i conti? Non ci vuol nulla a capirlo: non si fa, ovvio che non si fa, per il semplice motivo che il berlusconismo è tutto tranne che tramontato e fa comodo tenerselo caro, del resto il tipo di leadership renziana segue canali molto simili.
Ora, e veniamo all'altro punto, il M5S è il secondo partito e nel mio seggio seguiva a ruota il PD con una manciata di punti di distanza. Ma caratteristica strutturala di questa sinistra italiana, corrottissima e boriosissima, è il rifiuto stupido e delinquenziale di ciò che di buono ha - per esempio - l'elettorato grillino, magari anche nell'ingenuità di molti: molti di loro sono in palese buona fede e semplicemente vogliono un'Italia diversa da quella che la politica attuale propone. Il PD e i suoi accoliti stanno dileggiando - che lo vogliano o no - non due mattatori comizianti, bensì un'insoddisfazione ormai non più latente, un'esigenza sincera e fortissima di dare inizio a un modo diverso di intendere la vita civile italiana.
Prova ne sia che molti "liberi pensatori" del M5S sono stati scacciati da Grillo e Casaleggio - che certo non brillano per democrazia - e magari sono pure spariti dalla circolazione, ma credevano di aver trovato in quel movimento il modo per dire "basta" e l'hanno fatto finché hanno potuto. Mi offende, quasi, dover contrapporre a Renzi (sulla carta, il leader di una fazione politica al cui interno mi dovrei situare) una linea che - eufemisticamente parlando - non condivido. Però così stanno le cose: il M5S non è finito in fondo al baratro, è sceso di molto, ovvio, ma tiene ancora molto più di tanti altri partiti. Ora, se il PD (certo non il mio partito) non vuole dare l'ennesima prova di pensare a questa vittoria come a una medaglia al merito (che fisiologicamente ora va all'uno, ora va all'altro, in attesa del prossimo leader carismatico), dovrebbe trarre informazioni da questo risultato per operare, non per la prossima campagna elettorale o per il prosieguo di questa eterna lotta alle poltrone.
Rimane il fatto che oggi, a rigor di logica, nessuno può negare che Renzi - autore di questo mostruoso governo assemblato da forze contrapposte di ogni tipo - è il primo ministro voluto dagli Italiani. Ma questo - sia chiaro - è ben lungi dal confortarmi.
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