Lusi ha messo KO anche il PD: il partito rischia il fallimento. Ma chi se ne frega…. i soldi dove li hanno spesi? La solita faccia di rame di Bersani.
Dal GIORNALE: Il Pd rischia la bancarotta. E si aggrappa ai finanziamenti pubblici per evitare l’estinzione finanziaria. Dopo il terremoto Lusi che sta facendo tremare la sinistra e mentre si discute dei rimborsi elettorali ai partiti, il Pd in bolletta piange miseria.
“Rinunciare all’ultima tranche dei rimborsi elettorali? Impossibile, i partiti chiuderebbero. Sarà una verità impopolare ma qualcuno deve dirla”. A lanciare l’allarme in un’intervista al Fatto quotidiano, è il tesoriere del Pd, Antonio Misiani.
Che non usa mezzi termini e svela la disastrata condizione economica del suo partito.
“Abbiamo un disavanzo di 43 milioni di euro”, spiega Misiani, ammettendo che senza l’ultima tranche dei rimborsi (prevista per luglio), i democratici fallirebbero perché “l’80,90% dei nostri introiti sono soldi pubblici e il problema non vale solo per noi. Il Pdl i soldi delle politiche del 2008 li ha tutti cartolarizzati, ovvero se li è fatti anticipare dalle banche. È notizia risaputa. Tutti i partiti hanno bisogno di quella rata per sopravvivere”.
Evidentemente non sono bastati i 200 milioni di euro erogati dallo Stato al Pd negli ultimi 4 anni. Sono stati tutti spesi. Come? “Un partito vive sempre, mica solo in campagna elettorale. Quei soldi li utilizziamo per pagare l’attività politica, il personale. Il nostro bilancio è certificato e i rimborsi per le amministrative li trasferiamo sul territorio”, precisa il tesoriere Pd, ammettendo che “le donazioni da privati sono poche”.