
Tuttora i religiosi compiono pellegrinaggi al fine di connettersi al sacro per motivi più svariati, ma pur sempre di natura morale. L’azione del pellegrinaggio può quindi essere sempre tradotta e collegata ad un gesto ammirabile e come espressione di grande spiritualità o devozione.
Purtroppo, però, non sempre questa traduzione è vera. Accade infatti frequentemente che alcune persone, meno legate all’aspetto morale, decidano di tradurre tali movimenti in vantaggi economici per loro. Ne è un palese esempio l’enorme numero di negozi di souvenir, candele votive e ninnoli di varia natura che circondano i luoghi sacri e le posizioni limitrofe. Un ambiente sacro circondato, se circondato di luoghi dediti all’attività commerciale, perde gran parte del suo potenziale e della possibilità di raccoglimento che il “vero pellegrino” cerca di trovare. Parliamo di “vero pellegrino” perché non sempre chi si reca nei luoghi di pellegrinaggio può essere definito come tale: talvolta chi compie questi iter lo fa per pure curiosità; così facendo il pellegrinaggio si traduce in semplice viaggio o, peggio, in vacanza o gita turistica. Vi sono scelte ancora peggiori che fanno in modo che il movimento di pellegrinaggio si traduca in un vero e proprio abuso di potere e truffa. Purtroppo è risaputo che presso la dogana di alcuni Stati, i quali devono essere necessariamente attraversati per giungere alla meta di pellegrinaggio, i doganieri oppongano immotivate opposizioni al transito dei pellegrini. Questi doganieri fingono di non saper tradurre alcuna lingua, nemmeno di masticare qualche parola di inglese; la scusa si traduce in truffa quando essi decidono di lasciar transitare i pellegrini esclusivamente in cambio di remunerazione economica o di altra natura. Sono purtroppo frequenti i racconti di persone che, volendo passare ad alcune dogane, si sono viste costrette a fingere di lasciar scivolare inavvertitamente banconote sulle valigie perquisite o di dimenticare casse di bottiglie di vino o dolci e cibo. Il pellegrinaggio è un gesto ammirabile ed una grande scelta morale purché, chi non creda in esso, non decida di costringere il vero pellegrino a tradurlo in una gita o in un abusivo scambio di denaro
