Questa pasquetta l'ho trascorsa in compagnia del fancazzista. E' venuto a casa mia verso ora di pranzo (sul fuso orario del Sud Italia... quindi dopo le due del pomeriggio).
E ci è subito stato chiaro che quelle quattro pareti sarebbero diventate il nostro rifugio fino al giorno dopo.
Dopo aver mangiato, ci siamo seduti sul divano... abbracciandoci, come l'ultima volta. In cerca di calore umano. Ed è allora che ho iniziato a ridere.
"Mi sembra di essere il tuo peluche" gli ho detto.
Ed è vero. In un certo senso lo sono. Ma anche lui lo è per me.
Al punto che, dopo un paio di partite con la wii, ci siamo buttati sul letto per dormire abbandonati tra le braccia l'uno dell'altra. Senza sesso, come l'altra volta
Un sonno interrotto solo dalla successiva, frugale cena e da un film. Per poi tornare al punto di partenza, in posizione orizzontale.
Certo che sembra molto strano anche me!
Ma c'è qualcosa in questo ragazzo che mi spinge ad abbandonarmi in cerca di calore umano. Facendo tutto quello che normalmente non sopporto di fare con i miei partner, invero sempre sull'uscio di casa pronti ad essere allontanati.
E' strano, ma con lui non mi sento soffocare. Neanche quando, avviluppata tra le sue braccia e con il volto incastrato sul suo petto, inizio a sentire l'aria rarefarsi. Fino a quando, cianotica, riemergo a prendere una nuova boccata di ossigeno.
Confesso che qualche volta, il leggero muoversi del suo corpo mi ispira sentimenti non proprio casti. Come quando, involontariamente, ha preso a respirarmi sul collo. Un punto per me un po' troppo sensibile. O quando, completamente stretta tra le sue braccia, l'ho sentito muoversi per aderire quanto più possibile al mio corpo. O, ancora, quando con uno slancio di affetto improvviso, mi ha baciato sul collo (aridaje!).
E va bene, non sono fatta di ferro. E magari sono pure un po' troppo propensa all'elemento erotico.
"Ma a te, mentre siamo abbracciati, non ti viene mai lo stimolo di fare sesso?" gli ho chiesto.
"Certo!", mi ha risposto come se gli avessi domandato la più ovvia delle questioni.
Ci siamo guardati per un paio di secondi.
"Sarebbe proprio una pessima idea" ho sentenziato io, interpretando i miei e i suoi pensieri.
Potrà sembrarvi strano, ma quando dissi che eravamo come due naufraghi alla deriva, non avevo sbagliato poi di molto.
I naufraghi sono persone fragili, in balia degli eventi. Sarebbe troppo facile aggrapparsi l'una all'altro e, tentando di salvarsi, trascinare anche l'altra persona a fondo.
E poi, chi ha detto che la tensione erotica non sia altrettanto piacevole della più scontata conclusione?
Forse - almeno da parte mia - c'è anche la volontà di procastinare all'infinito quella benefica sensazione che ha il sapore di affetto, erotismo e calore umano. Come se dormissi davvero abbracciata a un peluche... (un po' inquietante, visto che si tratterebbe di un pupazzo a grandezza umana e anche vivo!).
Magari, come nei migliori romanzi, non è sempre necessario un epilogo.
Perché, a volte, certe trame hanno nel finale aperto l'unica conclusione possibile.Articolo originale di Federica Rossi per Poco sex e niente city.
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