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Il pensiero di Paolo Siani: la Musica si ascolta o si guarda?
Creato il 21 settembre 2014 da Athos56Tutti i musicisti ormai posseggono uno studio normalmente definito ‘’project studio’’ e/o ‘’home studio’’ con il quale fissare delle idee su un computer. Fino a qualche tempo fa questo era impensabile anche perché le moderne DAW hanno ogni tipo di funzionalità, di strumenti virtuali, di plug-ins, di capacità di editing e hanno una relativa semplicità d’uso che permette al musicista di ottenere risultati ottimi su tutti i fronti. Mi capita spesso di vedere lavorare al computer dei musicisti e mi sono reso conto che, come in tante altre cose di questa era umana, l’aspetto visivo ha preso il sopravvento. Voglio dire che ormai si dedica la maggior parte del tempo a guardare il monitor, a controllare che tutto sia ‘’in griglia’’ (per usare un termine tecnico) e sempre poco, troppo poco tempo, all’ascolto attento e meticoloso di quel che si sta facendo; ho già scritto nei miei precedenti interventi di quanto le cose siano cambiate, di quanto la ricerca del suono perfetto, del perfezionismo tecnologico abbia causato la perdita di concentrazione e di volontà da parte dei musicisti di creare suoni personali, coerenti con una idea musicale che si ha in mente. Tuttavia le cose mi pare stiano continuando ad andare nel verso sbagliato.Sono ancora convinto che la sensibilità e il gusto musicale siano legati al piacere d’ascolto, all’attenzione con cui si ascoltano le proprie cose: più che il monitor, continuo a pensare che l’udito sia tra i cinque il ‘’senso’’ più importante. Ascoltare con gli occhi chiusi per esempio, sganciarsi dal sempre più orgiastico bisogno di ‘’vedere’’ sia fondamentale per capire se ciò che si sta facendo ci piace o no.Certo può sembrare una banalità quanto scritto sopra, e probabilmente lo è, ma vedo sempre più musicisti che usano gli occhi più delle orecchie per ascoltare la musica.Paolo Siani
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