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Il pensiero e l’azione de «Il Nazionale». Giornale di Napoli del 1848

Creato il 23 marzo 2013 da Ilnazionale @ilNazionale
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Giuseppe Garibaldi

23 MARZO - Un ricercatore rivela che non fu mai pronunciata la frase “espressione geografica” . Confessiamolo: fra tutti gli antieroi del Risorgimento, il principe di Metternich ci e’ stato sommamente antipatico. E, per me che vengo da castelnuovo del Garda, un po’ anche il Feldmaresciallo di origine Boema, come Zeman, Johann Josef Wenzel Anton Franz Karl Graf Radetzky von Radetz, a lungo Governatore di quel lombardo-Veneto la cui voglia di riunificazione è tanto agognata dal popolo leghista. Che, molto spesso, non conosce nemmeno le origini dei Cimbri. Nel 1848, in ripiegamento su Verona dopo la vittoria di Custoza, massacrò oltre 100 inermi cittadini dell’antica Quadrivium, donne e bambini inclusi.  A questo arcinemico non riuscivamo a perdonare una frase sanguinosamente offensiva, segnalata dai manuali scolastici e, pensavamo, pronunciata durante il Congresso di Vienna: “L’ Italia e’ solo un’ espressione geografica, come la Germania”. Bene, uniti nella stessa copnsiderazione del Paese della Merkel, e’ il momento di ricrederci. Una ricerca di Fausto Brunetti  ci permette di svelare un caso classico di disinformazione. Nel saggio “L´Italia è una esperienza geografica. Manipolazione e trasfigurazione di una celebre frase metternichiana (2005). pubblicato per l’ Edizioni Libreria Croce di Roma, Brunetti ha ritrovato il primo riferimento conosciuto alla famosa frase che avrebbe pronunciato Metternich. Siamo nell’ agosto del ‘ 47, ben piu’ tardi del Congresso di Vienna, e alla vigilia dei moti risorgimentali. Bene: “Il Nazionale” riporta una volta il giudizio generico “espressione geografica” e poco piu’ tardi il fatidico: “L’ Italia non e’ che un’ espressione geografica”, riferendola a un dispaccio riservato inviato da Metternich al suo ambasciatore londinese perche’ ne riferisse a Palmerston. Se non che, passati pochi giorni, lo stesso giornale pubblica il reale contenuto del documento, dove la frase suona: “L’ Italia e’ un nome geografico”. Insospettito, Brunetti ha compiuto ulteriori ricerche, ed ecco la scoperta. La frase completa era: “Italia, nome geografico come quello di Germania”. Giudizio discutibile, e peggiorativo abbbinato alla Germania del tempo, anch’essa disunita: fu l’ Italia a caricarlo di valenze negative per fini di propaganda. Ma certi falsi, si sa, sopravvivono all’ originale: e cosi’ il povero Metternich se ne e’ rimasto per 150 anni in purgatorio, finche’ Brunetti e’ venuto a liberarlo.  Fausto Brunetti, diplomatico, dopo il servizio nelle sedi di Lusaka, Helsinki, Mosca, Bonn e Lipsia, ha terminato il percorso di Carriera prima dei termini canonici. Si occupa di pubblicazioni in tematiche di carattere storico, politico e della formazione, nelle quali riversa l´esperienza e le conoscenze acquisite in regioni ed epoche marcate da forti conflitti ideologici e di culture. Manca un novello Camillo Benso conte di Cavour, uno statista di grande rilievo e certamente Grillo non è paragonabile ad un moderno Giuseppe Garibaldi.  L’Italia considerata come un solo paese»: Cavour ne parlò nel suo scritto Dell’influenza che la nuova politica commerciale inglese deve esercitare sul mondo economico, e sull’Italia in particolare, nell’«Antologia italiana» del 31 marzo 1847. Scrive Giuseppe Galasso che “Ai fini del desiderato «miglioramento delle sorti d’Italia» risorgimentale non giovavano più, per ripetute esperienze, «le congiure, le trame,

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le rivoluzioni ed i moti incomposti». La «principale condizione» era di «rialzare la reputazione» dell’Italia nell’opinione internazionale e presso i governi europei. E «per ciò due cose [erano] necessarie: primo, di provare all’Europa che l’Italia ha senno civile abbastanza per governarsi regolarmente, per reggersi a libertà, che essa è in condizioni di assumere le forme di governo le più perfette che si conoscano; secondariamente che il suo valore militare è pari a quello degli avi suoi».  E oggi L’Italia uscita rotta dalla prova elettorale della seconda domenica di Quaresima, ha “senno civile”? La terza domenica di Quaresima, alle porte, ci ripropone il tema della Conversione, che deve prima passare da un moto di rinnovamento delle coscienze. Scriveva Dante Alighieri nel canto sesto della Divina Commedia che l’Italia non era Donna di Provincie, ma Bordello. E se vogliamo ritornare ad onorare i morti di Nassirya e di tutte le esperienze belliche, compresi i martiri del risorgimento che spesero la loro vita per una idea di stato unitario, serve ora che tutti facciano un passo indietro. Per poter avanzare nel “Gioco del Mondo”.

Carlo Rossi


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