Ebbene, tutto fila per il meglio e quindi mi pare giusto sia questo il momento per mandare tutto a puttane. Per questo motivo, il mio pensiero musicale di oggi è Besame Giuda, di Carmen Consoli. Sì, come avrete intuito, sono un consoliano fatto e finito. Tant’è che per due volte di seguito il pensiero musicale è un pezzo della cantantessa.
Besame Giuda, una delle sue canzoni più famose, ha fatto da colonna sonora a parecchi momenti della mia vita, spesso coincidenti con la fine di una storia importante. Con lacrime rabbiose e voce ringhiante l’ho dedicata sia ad Azoth sia a Warzabumbo. Insomma, come un po’ tutto Mediamente Isterica, album da cui è tratto, Besame Giuda è stato sempre un brano che ho associato ad una persona che in un modo nell’altro mi aveva mentito e fatto stare male ma del quale non potevo fare a meno e che aveva in un qualche modo contribuito alla mia crescita personale; il fantomatico Giuda traditore, finto e bastardo, che con un bacio ti vende, ignorando e calpestando ciò che di buono hai costruito, mostrandoti lo schifo che c’è fuori.
Per la prima volta, ascoltando Besame Giuda, avverto qualcosa di diverso. A parte che è una settimana che alterno Mediamente Isterica a Mylo Xyloto dei Coldplay, mettendo da parte le mie solite malinconie per sfogare una rabbia recondita, ma per la prima volta mi sono reso conto che Besame Giuda non è una canzone che dedico a qualcun altro. Giuda non è Warzabumbo o Vattelapesca, ma io, o meglio un altro me. Questa volta lo schifo sono io.
Quel me bastardo, stronzo, foriero di situazioni pericolose, di desideri nascosti, di pensieri malvagi. Quel me che mi mette in crisi, crea problemi e che pregava perché non finisse, che non fosse breve e che non ha pagato fino in fondo. Quel me che striscia tra le mie lenzuola, nelle mie intimità, sinuoso e infido, degno solo di uno sputo anziché un bacio, ma che purtroppo assolve sempre al suo ruolo fino in fondo, a volte gratuitamente a volte sul serio, ma sempre col suo solito ghigno sornione e irritante.