In questo periodo molto confusionario e impegnativo per me, la politica e gli strambi personaggi che la popolano fanno purtroppo da sfondo rumoroso alla mia vita: un po’ come Beautiful a ora di pranzo quando mangiavo da mia nonna. Me ne dispiace, ma sarà anche che non ho proprio la testa di approfondire le buffonate di quei quattro minchioni o che sono piuttosto rassegnato e stanco di parecchie cose, ma non vado oltre l’aggiornamento quotidiano.
Seguo la politica, sì, ma con molta superficialità e distacco rispetto a prima: anche se il periodo di profonda crisi che stiamo vivendo meriterebbe da parte mia un’attenzione costante e ben più presente. Dal ritorno di Santoro e quindi una serie di riflessioni tra politica e mezzi di comunicazione, alle risatine della Merkel e Sarkozy, fino ai continui tira e molla del governo, ce ne sarebbero da scrivere di articoli lunghissimi al giorno.
Alla luce di questo, non posso però restare ancora una volta basito dalla totale assenza di tatto, dall’incredibile voglia di palesare la propria faccia di culo con affermazioni di cazzo che hanno come unico scopo quella di non notare l’elefante nel salotto o magari di insultare la povera gente. Berlusconi (eh sì, ahimé, ancora lui) ha mancato ancora una volta un appuntamento con la decenza e ha affermato quanto segue al G20:
“Mi sembra che in Italia non ci sia una forte crisi. La vita in Italia è la vita di un paese benestante, i consumi non sono diminuiti, per gli aerei si riesce a fatica a prenotare un posto, i ristoranti sono pieni”.