“…Se faccio che il bambino pensi, se gli insegno per esempio a scrivere partendo puramente dal pensare, dicendomi: qui ci sono le lettere dell’alfabeto, il bambino deve impararle, allora lo occupo intellettualmente, coltivo in lui una forma di sclerosi ed esaurisco le sue forze spirituali non ancora mature per affrontare ciò: non vi è infatti nessun rapporto interiore fra il bambino e le lettere dell’alfabeto così sviluppate…
Occorre prima trovare il passaggio. Questo ponte, questo passaggio si trova occupando il bambino in un attività artistica, facendolo dipingere, disegnare con senso artistico quello che dalla sua stessa natura si esprime in sé in linee e colori sulla carta. Occupando il bambino artisticamente, sorge sempre interiormente il sentimento, ed è questo che importa, che attraverso l’attività artistica l’essere umano si arricchisce. Per mezzo della ragione ci si impoverisce animicamente, per mezzo dell’arte si diventa ricchi interiormente…
Allora l’elemento artistico-immaginativo che si sperimenta, si dirige spontaneamente verso i più poveri concetti, verso lo sviluppo delle idee. Allora sorge il bisogno interiore d’impoverire l’elemento artistico, d’intellettualizzarlo. Quando più tardi si sarà fatta presa sul bambino in senso artistico lasciando che da questo nasca l’elemento intellettuale, allora il primo avrà la giusta misura per avere presa sul corpo, in modo che esso non s’indurisca troppo, ma quanto è giusto.”
Rudolf Steiner