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Il pensiero televisivo: Festival di Sanremo, la quarta serata e la finale dei giovani

Creato il 18 febbraio 2012 da Stregonestregato @ppstronzi

E dopo la serata quantomeno godibile di ieri, la quarta puntata del di Sanremo si è rivelata scialba, piatta e senza infamia e senza lode, per un’edizione del festival che si conferma essere tra le più brutte mai viste. Ripeto che la conduzione di Morandi è praticamente inesistente, antipatica e senza personalità: la scrittura delle battute indecente, immersa in innumerevoli tempi morti, silenzi improvvisi, tagli e inquadrature sbagliate. Insomma, il programma di punta per eccellenza della RAI e della tv generalista tutta, scritto e gestito con una qualità prossima allo zero: non fa una piega, dire.

La serata dedicata ai giovani (anche se sono relegati verso la fine, come se non esistessero) è stata vinta da Alessandro Casillo, uno degli One Direction, gruppo orrendo e bimbominkiesco che si era esibito qualche minuto prima. Orrendo lui, la canzone, il look. Ha battuto gente ben più interessante come Erica Mou (personalmente la mia favorita) e Marco Guazzone. Ma tanto la maledizone di Tony Majello si abbatterà su questa imberbe nullità e già da lunedì finirà incastrato in qualche dimensione temporale molto distante dalla nostra, per nostra fortuna.

E a proposito di Marco Guazzone, il popolo gaio, dall’occhio fine, ha fin da subito notato l’avvenenza sua e del suo direttore d’orchestra ventiduenne, Stefano Costantini. Dopo vari sbavi su twitter ecco spuntare su Gay.TV delle immagini dei due in vasca idromassaggio alle Salone Sensoriale delle Terme di Chianciano, dando un po’ vita a quelle fantasie erotiche che hanno contribuito a dare una botta di vita a questo festival stucchevole e soporifero.

Il pensiero televisivo: Festival di Sanremo, la quarta serata e la finale dei giovani

Detto questo passiamo a un po’ di commenti su alcune delle esibizioni, sia negative che positive.

Dolcenera e Max Gazzé: questa me la sono persa in diretta, siccome stavo tornando dalla palestra. Bisogna dire che mentre tornavo a casa, ho superato di più di 200 mt. il mio palazzo proprio perché impegnato a seguire Sanremo su twitter. Ormai è una droga. Comunque, tornando a bomba, io adoro alla follia Max: riguardandomi l’esibizione, non sono proprio convinto che fosse a suo agio nel pezzo (che tra l’altro mi piaciucchia sempre di più), ma per me è sempre una commozione vederlo e spero che ritorni presto con un album perché tutta quella generazione di rocker mi manca un casino. E poi vogliamo dirla tutta che ogni volta che Max è andato a Sanremo ha portato sempre un capolavoro? L’ultima, Il solito sesso, era fenomenale.

Loredana Berté, Gigi D’alessio e Fargetta: cioè questi proprio ci mettono l’impegno a fare threesome sempre più allucinanti. A quando un duetto con Enya? A parte che ho passato metà dell’esibizione chiedendomi come potesse essere possibile che negli anni ’90 Fargetta mi facesse sesso, ma una truzzata peggiore di questa? E perdipiù in playback! D’alessio vestito poi come il poliziotto dei Village People: ma lo sa che sono ricchioni? Che schifo.

Chiara Civello e Francesca Michielin: la Civello, preannunciando la sua eliminazione, ha ben pensato di portarsi dietro la vincitrice di X-Factor così da assicurarsi qualche voto in più da casa. Insomma, se questa ha vinto, qualcuno l’avrà votata, no? Ma non è bastato e la Civello è esplosa da Sanremo una volta e per tutte.Tra l’altro la Michielin ha associato il suo nome a questa tizia, che all’inizio ha anche stonato come una dannata. Primo passo falso per Franceschina. Comunque, io più sento il brano della Civello e più mi ricorda in alcuni passaggi una canzone di Noemi di qualche tempo fa, All’infinito

Arisa, Nina Zilli, Samuele Bersani, Noemi: Inutile la presenza di Paolo Rossi per Bersani, quattro splendide esibizioni per quattro bellissime canzoni che sono attualmente le mie preferite in assoluto. [Link: Arisa, Nina Zilli, Samuele Bersani, Noemi]

Alessandra Amoroso e Emma Marrone: tralasciando che le due sono state intonatissime, voglio fare un solo commento su questa canzone populista e per alcuni versi anche squallida, dato il tema affrontato e da chi è affrontato: sentire di quanto sia faticoso campare oggi da queste due bottane radical chic piene di soldi, mi urta molto. Diciamo anche che le lelle di tutto il mondo si aspettavano partire un limone tra queste due grande quando un’ananas.

Matia Bazar e Platinette: beh sì, Platinette. Veramente comincio a chiedermi perché non ci salgo pure io a cantare, o magari mia nonna che sicuramente ci farebbe più bella figura. Platinette, grazie a Dio, era in borghese e si è limitato a recitare, quindi l’esibizione ci stava pure. Ultimamente non nutro molta simpatia per Platinette, ma devo dire che a fine esibizione mi ha gasato da morire. Infatti, Mauro ha lanciato una frecciata a quel coglionazzo di Morandi dicendo “E comunque io amo gli eterosessuali“, riferendosi alle uscite infelici di due serate fa del presentatore. Morandi ovviamente non ci ha capito un cazzo, non cogliendo l’ironia e la tranvata sui denti e ha sorriso ribadendo per l’ennesima volta: “io amo gli omosessuali“. Mammeta, Morandi. Mammeta e cosparsa di merda. Comunque Platinette non riesce a salvare i Matia, che anche se in gara con una canzone totalmente inutile, erano pur sempre meglio di quello stronzo di D’alessio. Ed i Matia tornano nel sarcofago in attesa del prossimo Sanremo.

Ultimo ma non meno importante l’intervento di Siani, ma non per lui del quale non me ne può fregare una cippalippa, ma per la vincitrice morale del festival, inquadrata piùe più volte.

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