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Il pensiero televisivo: Marina Abramovic a Quelli che il Calcio

Creato il 19 marzo 2012 da Stregonestregato @ppstronzi

Ieri, dopo pranzo, facevo zapping tra i canali televisivi, cercando di trascorrere qualche oretta di relax  durante la domenica pomeriggio quando capito su Quelli che il calcio. Non lo seguo spesso, più che altro perché proprio sentir parlare anche un minimo di calcio mi mette l’ansia, però speravo di imbattermi in Virginia Raffaeli e la sua splendida imitazione di Belen Rodriguez. E invece, vedo un montaggio che sembra annunciare Marina Abramovic, l’artista contemporanea più famosa e discussa del momento. Marina Abramovic?! Forse sarà un’altra imitatrice, mi dico. Solo quando la vedo entrare in carne, ossa e nasone mi rendo conto che quella no, è proprio la Abramovic ed è in una tv italiana e per di più a Quelli che il calcio. Ipnotizzato manco ci fosse Giucas Casella a ripetermi “quando te lo dico io”, mi sono piantato davanti alla TV per cercare di capire cosa stesse realmente accadendo.

La Abramovic ha deciso di partecipare a Quelli che il calcio perché dice che l’arte, soprattutto quella contemporanea, è giusto che arrivi un po’ a tutte le persone, soprattutto quelle che ne vivono senza e la ignorano. E in occasione della mostra che si terrà al PAC dal 21 marzo, The Abramovic Method, ha deciso di pubblicizzarlo sulla tv nazionale. E va benissimo: l’assurdità della situazione è stata molto, ma molto interessante, soprattutto perché sentir parlare di arte contemporanea in una trasmissione del genere è strano quanto inusuale. La Abramovic si è prestata abbastanza, a volte senza comprendere bene l’ironia del programma e dando quindi risposte serie a domande farlocche. Ottima invece, secondo me, la gestione del programma  che, anche davanti a un mostro sacro del genere, non ha snaturato la propria essenza caciarona, trattando la Abramovic come qualsiasi altro ospite, alternando domande consone all’artista a scemenze senza fine. La Abramovic ha così dinoccolato un po’ di spiegazioni e commenti sull’arte contemporanea in maniera spicciola e superficiale, spero proprio per non impelagarsi in discussioni non troppo approfondite dato il tempo a disposizione. Infatti, nutro qualche dubbio che sia il luogo a creare l’arte, che un pane se lo fai in panetteria sei panettiere se lo fai in galleria sei artista. La contestualizzazione, messa così, mi sembra troppo generalista e determinante, ma vabbé, in cinque minuti questa doveva pure dire qualcosa. Poi non è che mi abbia fatto impazzire tutto il discorso sulla vendita e mercificazione dell’arte, anche perché sabato 24 per vedere lei comunque si pagano 33 euro, che per me sono pochissimi per un’opportunità del genere, ma che non mi sembrano proprio “democratici” per avvicinare chi ne sa il cazzo come sbandierava lei all’inizio della trasmissione.

E poi tra una domanda e una scemenza si è arrivati all’apocalisse televisiva: dopo il trio Macy Gray, Gigi D’Alessio e Loredana Berté, la RAI è riuscita nell’intento di creare un’accoppiata ancora più allucinante e assurda: Marina Abramovic VS Valeria Marini. Le due si sono confrontate con il giochetto del Celomanca. Che dire, era tutto così fuoriluogo, orrendo e sconvolgente che l’ho trovato quasi sublime.

Detto questo, non vedo l’ora di essere al PAC a vedere la mostra, sperando di riuscire ad essere presente proprio sabato, giorno in cui Marina Abramovic sarà presente a dirigere la performance.

 

In attesa che il video compaia sul tubo o sia embeddabile, vi porto il link della puntata che potrete vedere cliccando qui sul sito della RAI. La Abramovic compare dal minuto 40.


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