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Il perché di tutto sommato

Creato il 28 aprile 2014 da Vocedelsilenzio
Io e Monzó (grazie a Elisa per la dritta sull'accento acuto!) ci eravamo lasciati parlando di cretini. Qui, per chi non lo ricordasse. E ora ci ritroviamo che stiamo ancora parlando di cretini.Sarà che il mondo ne è pieno?Sarà che siamo tutti cretini? Almeno un poco poco.
Il perché di tutto sommato
No, dai. In verità questo piccolo libro parla d'amore, non di cretini. Solo che ne parla in mille modi, mostra talmente tante scenette, che i protagonisti, in un certo senso, si dimostrano davvero dei cretini.Forse perché in amore lo siamo tutti?Nessuno ha mai quello che vuole. Nessuno riesce a ottenerlo davvero. E tutto quello che era idilliaco non lo è più. E tutto quello che potrebbe esserlo non viene agguantato.
Il perché di tutto sommato
Monzó è uno cinico.Io me lo immagino seduto a un tavolino di un bar. E' una bella giornata, quindi è seduto all'esterno, proprio lungo il marciapiede. E mentre si fa i fatti suoi osserva tanti piccoli frammenti di vita e li trascrive.Sì, frammenti. Perché ogni racconto dura circa tre paginette, ma sono paginette di quelle piccole.Eppure, pur nella loro brevità, sono delle staffilate. Tagliano come coltelli d'alta cucina e fanno sanguinare, perché in almeno una di queste tante fotografie di coppie, almeno un poco, ci si ritrova.E ci si sente cretini.
Il perché di tutto sommato
Monzó è uno scrittore irriverente, che fa ridere senza utilizzare battute, semplicemente mostrando la realtà. E siccome la vita ci sembra sempre troppo breve, pure lui gioca sulle piccole (anzi piccolissime) distanze. E come la vita è intensa, pure i suoi racconti sono forti, audaci, implacabili.Sì, ecco. La sua scrittura è implacabile. Non fa differenze. Colpisce tutti.E tutti, per essere meno cretini in amore, dovrebbero leggere questo minilibro. Ecco.

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