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Il percorso dell'umidità

Creato il 11 maggio 2010 da Astonvilla
Il percorso dell'umidità
YOANI SANCHEZ
All’angolo della strada c’è un idrante che di notte diventa il dispensatore di acqua per centinaia di famiglie che vivono nei paraggi. Fino a lui arrivano i carrettieri con cisterne da 55 galloni trasportate su vecchi cuscinetti a sfera che cigolano al loro passaggio. Aspettano che il magro getto riempia i loro depositi e ritornano a casa, aiutati dai figli a spingere il carretto con il prezioso liquido. Ogni due giorni, questi abitanti di Centro Avana compiono il percorso dell’umidità, stanchi di attendere che le tubazioni di bagni e cucine offrano qualcosa di più che rumori e scarafaggi. Non ha importanza se vivono in baracche scalcinate o in magioni con decorazioni alle pareti e modanature nei tetti. Non conta lo stato in cui versa l’abitazione e neppure se ci troviamo nella stagione piovosa o in siccità, il problema si nasconde nel suolo, nelle reti idrauliche vecchie e degradate come i loro nonni.
Molti vicini che affittano stanze a stranieri hanno installato un motore soprannominato “ladro d’acqua”. Di notte accendono un congegno che indirizza verso le loro cisterne la dose d’acqua che dovrebbe arrivare alle case adiacenti; solo così hanno la garanzia che i turisti ospitati possono farsi una doccia. Se viene annunciata qualche rottura nell’acquedotto, allora pagano qualcuno perché portino diversi secchi dalla strada più vicina o comprano il contenuto di un camion cisterna per una cifra equivalente a un salario mensile. Da molti anni - in numerosi quartieri avaneri - l’accesso all’acqua potabile è una questione di potere d’acquisto. I più ricchi possono aprire il rubinetto e lasciar scorrere l’acqua mentre si lavano le mani, i meno abbienti si sciacquano la bocca con il contenuto di una piccola brocca.
Ricordo ancora il fastidio di mia nonna quando le dicevo che non ce la facevo più, che dovevo andare in bagno anche se non sapevo come scaricarlo. Dopo dovevamo tirare su il secchio con una fune dal piano di sotto, aiutati da una carrucola fissata anni prima sul balcone. Quel sali e scendi rituale ha continuato a ripetersi fino a diventare una pratica abituale che riguarda migliaia di famiglie. Nella complessa pianificazione quotidiana, va dedicato del tempo per cercare l’acqua, caricarla e imbottigliarla, ben sapendo che non è possibile confidare nel getto dei rubinetti. Le ruote girano in maniera diversa a seconda che le cisterne siano piene o vuote. In qualunque strada della mia città – in questo stesso momento – un paio di braccia spingono un carrettino che torna a casa carico. Le stoviglie sporche, il riso per cucinare e i vestiti nel lavatoio, lo stanno aspettando.
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Fino a qualche anno fa anche nelle case de renta dovevamo nel bagno ...."dopo" mettere la carta igienica sporca nel cestino mentre oggi non si deve piu' fare anche in buona parte delle case perivate.
Il sistema fognario e idrico cubano e' migliorato,ogni tanto manca acqua ma 2 anni fa a S.Benedetto del Tronto passai un estate con acqua solo in alcuni orari visto che non ce ne era.....
Niente di nuovo...

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