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Il perseguitato Silvio. L'assessore alla sanità lombardo lo paragona ancora agli ebrei... a Gerusalemme. E tutti risero

Creato il 12 novembre 2013 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Il perseguitato Silvio. L'assessore alla sanità lombardo lo paragona ancora agli ebrei... a Gerusalemme. E tutti riseroQuesto delirio è destinato a non avere una fine. In Italia si è appena spenta l'eco della cazzata silviesca del millennio, che l'assessore regionale lombardo alla sanità, Mario Mantovani, ha pensato di rilanciare la storiella della persecuzione contra-Silvium, non durante la festa domenicale degli ospiti di Villa Sorriso (con tanto di Viagra diluito nell'aranciata) ma a Gerusalemme, a casa di chi la persecuzione l'ha vissuta sul serio, mica pifferi. L'assessore Mantovani, andato in Israele per piantare l'albero dedicato ai lombardi che hanno salvato famiglie ebree dalla deportazione nel Giardino dei Giusti, accanto a un basito Benjamin Netanyahu ha detto: “Questo albero è l'inno ad ogni forma di vita e di libertà contro i mille volti della persecuzione che, come nel caso del leader dell'opposizione Silvio Berlusconi, può manifestarsi anche con la negazione della parità dei diritti”. I presenti si sono guardati sgomenti, tirando però un sospiro di sollievo quando si sono resi conto che l'interprete non aveva tradotto l'ultima parte del discorso dello statista longobardo. A questo punto non sappiamo più se i berluschini ci sono o ci fanno. Lasciamo perdere Renatino Brunettache ha detto, “Silvio ha nelle vene sangue ebreo, lo sanno tutti”, salvo scrivere una lettera riservata ai guaglioni di Casa Pound che avevano già preso le mazze ferrate in mano. Lasciamo perdere Sandro Bondi che, revisionando un po' la storia, ha fatto entrare di sguincio Silvio nel Diario di Anna Frank. Lasciamo stare le ragazze che hanno testimoniato sotto giuramento che Silvio è circonciso, resta la sensazione che i pidiellin-forzaitalioti, per tappare una falla ne aprono un'altra di proporzioni maggiori e più pericolose, perché puzzano di servilismo lontano un miglio. Poveri pidiellini, il partito della libertà (di Silvio) si sta sfasciando giorno dopo giorno. Perdono pezzi a ogni refolo di vento, si staccano tiranti di lifting mal riusciti come fossero elastici cinesi e, in attesa del Gran Consiglio Nazionale, quello che passerà alla storia come laNotte dei Cristalli di Arcore, si tirano fendenti e si mollano ceffoni come fossero villici qualsiasi con il mulo che si è messo in sciopero. Così, in attesa di sapere quante amanti ha Alfano, il colore dei calzini indossati da Lupi, la taglia dei pannoloni di 2232-Cicchitto, i gerarchi del Pdl stanno lustrando i galloni e oliando gli speroni pronti a saltare addosso ai governativi. Scorrerà sangue? Macché, al massimo colerà un po' di cerone. E comunque, guardate, il Pd non sta messo meglio. Anzi, in questo momento, la situazione all'interno dei democrat è incandescente. Nel Pdl ci sono due fazioni che si fronteggiano in attesa di spartirsi l'eredità del Capo, nel Pd sono tutti contro tutti, un caravanserraglio di uccelli in libera uscita, pensieri nebulosi e sinapsi solitarie che preludono a un'altra bella scissione di stampo semi-sinistra. Ma che ci fa Pippo Civati nello stesso partito di Beppe Fioroni?

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