Ho iniziato una collaborazione con il sito facciunsalto.it dove tengo un’assurda rubrica bisettimanale dal titolo “And the radio plays”. Questo è il mio primo articolo. Per ragioni di copyright (ma soprattutto per rispetto) riporto qui solamente la parte iniziale dell’articolo, per proseguire basta cliccare sul link sottostante…
Ciao, mi chiamo Matteo e sono dieci minuti che osservo la schermata bianca di word. Ogni tanto avvicino le mani alla tastiera, accarezzo una vocale con il dito medio, quindi ritiro gli arti. Allora agguanto il mouse e do una sbirciata a facebook, ma con tutti i film che girano di questi tempi non è aria. E così non mi rimane che tornare alla mia schermata bianca. L’unica parola che mi viene da digitare è presentazione. Vi siete mai dovuti presentare a un pubblico di sconosciuti? Vi assicuro che ci sono cose più semplici da fare a questo mondo. Che poi, se la vogliamo dire tutta, dipende dall’indole di chi scrive. Tra di voi ci sarà sicuramente chi ama infarcire le discussioni con Io sono, Io sono stato, Io ero, Io sempre e fortissimamente Io, Io nessuno e centomila. Ecco, costoro avrebbero senza dubbio meno difficoltà del sottoscritto a parlare di sé stessi. Ma io (rigorosamente minuscolo) invece, arranco. Qualcosa dovrò ben dire, altrimenti chi mi ha chiamato a scrivere quassù griderà alla svista di mercato e il mio povero nome sprofonderà nell’oblio da cui è venuto.
Da quando ho digitato la parola “venuto” sono passati dieci minuti. Minuti preziosi, però. Ho trovato una definizione e da questa senza dubbio avrò di che dipanare il mio discorso:
Persistente.
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