Da poco ho iniziato il corso per insegnare yoga, è stata una decisione ponderata con tempo e meticolosità ma non era assolutamente previsto che iniziassi così presto, ma si sa, le vie del signore sono infinite e il destino è un percorso già disegnato da altri, o almeno così mi ha detto l’astrologo.
Una mia amica mi ha presentato il maestro di yoga che da ora chiameremo “il personaggio”, costui è entrato nella mia vita un sabato e da allora non è mai uscito di scena. Il personaggio racchiude in sé tutti gli aspetti positivi e negativi dell’India, portandosi appresso una saggezza che non è di questa vita (parole dell’astrologo), e uno stile di vita che potrei descrivere solo con la parola “tipico indiano”.
Il personaggio è uno di quegli indiani che a volte odi e a volte stimi tantissimo, sa un sacco di cose e a volte si perde nella saggezza che non è di questo mondo proprio perché sa troppo, e non riesce ad organizzare i pensieri. Il personaggio vive nel caos e nella semplicità. Lo so che sembrano due cose impossibili da combinare, ma il personaggio, come ogni indiano vero, riesce dove ogni altro fallisce. Il personaggio ha abbandonato qualsiasi desiderio materiale e ti fa venire voglia di vivere con lui per sempre, ascoltare le sue storie e fargli da badante perché, diciamoci la verità, avrà anche scelto la via della semplicità e del celibato ma una donna che gli mette un attimo i piedi per terra gli farebbe comodo. Il personaggio è me in versione maschile, se solo io fossi veramente intelligente.
Il personaggio vive nell’eterna teoria che quello che è suo è di tutti e quello che è di tutti è suo, l’ha deciso lui, da solo, tu devi accettare questa sua scelta e vivere di conseguenza. Il personaggio, essendo un indiano vero, non ha una minima concezione del tempo, infatti il tempo è una cosa astratta e inventata dall’uomo, lui non è di questo mondo e se tu consideri il tempo, il tuo tempo, come una cosa preziosa, beh sono affari tuoi. Il personaggio non ha neanche il senso dello spazio. Per dirne una, vive in una casa grande quanto la cucina dei sette nani, settimana scorsa c’erano gli imbianchini e la puzza di vernice ti riempiva i polmoni di gioia. Lui, sereno come solo i grandi uomini sanno essere, ha deciso di farci studiare in uno stanzino ZEPPO di cose, costringendoci a ridurre il nostro spazio vitale a livelli impossibili, sopportando un caldo esagerato solo per capire il vero significato della parola “conoscenza è sudore”. Naturalmente io amo il personaggio, lo amo così tanto che non tenevo neanche conto delle ore che passavo con lui, poi la mia amica, che non è come me ma ha un minimo di buon senso, mi ha ricordato che lui è il mio maestro, lo pago, e devo pretendere delle cose. Io non ce la faccio, lo vedo e mi abbandono completamente ai suoi racconti, come si fa con i vecchi al bar.
I vecchi.
Il personaggio mi ha fatto scoprire i veri vecchi fighi indiani. Dovete sapere che per amore del personaggio ogni giorno mi sveglio alle cinque, per quasi un’ora faccio i miei esercizi di yoga, faccio colazione rileggendo gli appunti e alle sette parto in rickshaw per andare da lui. Trenta minuti di rickshaw, quando scendo sono più molleggiata di Celentano. Al mattino non vado a casa sua ma vado in un parco fighissimo, popolato di vecchi che a 80 anni fanno yoga meglio di me, naturalmente il personaggio conosce tutti e dico TUTTI gli over 70 che popolano il parco. Ho conosciuto un astrologo, un medico yoga, un tipo che pesa come me ma fa yoga da una vita e non gli manca niente eccetto tutti i denti, ho conosciuto una donna over 80 che insegna meditazione e faceva la preside. Insomma, grazie al personaggio scopro dei lati dell’India che i ricchi maledetti vorrebbero sopprimere perché non fanno occidente. Il personaggio mi porta sempre a mangiare in posti a rischio tifo, ma il cibo è così buono che mangio tutto, senza paura. Il personaggio mi fa bere chai notte e giorno e io amo così tanto il personaggio che non gli ho mai detto che il chai mi fa un po’ cacare, soprattutto quando si forma la pellicina di latte caldo. Fortunatamente a questo corso partecipa anche una mia amica che, a differenza di me, ha i piedi ben piantati a terra e ogni tanto ci riporta in quel posto orribile chiamato “mondo”. Il personaggio ama l’Italia e sostiene che il cibo indiano sia porcheria, e con questa semplice affermazione si è comprato per sempre mio marito. Da bravo indiano, il personaggio, quando viene a casa mia considera solo mio marito, perché è un musicista ed un cuoco eccellente.
Lo ammetto, io spero di diventare la badante del personaggio, sono pronta a vivere in quella cella con 60 gradi, dormire in terrazzo (gli ospiti dormono in terrazzo) mangiare la sua broda e diventare a tutti gli effetti il bastone della sua vecchiaia. Se vedete girare per Pune una nera, bionda, con una cartella enorme ed un indiano con il cappello con su scritto “Italia” o “Parco della Magliana” quelli siamo noi. Ma non prendetevi la briga di salutarci, quando siamo assieme noi non vediamo e non sentiamo nessuno, da bravi alieni noi andiamo avanti per la nostra strada, noncuranti dei pericoli, delle macchine e di quelli che tutti chiamano “esseri umani”!
Uno dei “ristoranti” preferiti del personaggio.