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Il Perù e Sendero Luminoso: l’ottimismo di Humala sulla regione del VRAE

Creato il 12 settembre 2013 da Geopoliticarivista @GeopoliticaR
Il Perù e Sendero Luminoso: l’ottimismo di Humala sulla regione del VRAE

Ollanta Humala lo aveva già detto durante le elezioni presidenziali peruviane del 2011 e ha continuato a sostenerlo a gran voce anche una volta divenuto Presidente: Sendero Luminoso avrebbe cessato di esistere entro la fine del suo mandato, ovvero entro il 2016. A quanto pare dalle ultime notizie che arrivano dal paese andino, Humala è sulla buona strada per porre la parola fine alla storica organizzazione paramilitare che dagli anni ’70 infuoca il Perù con azioni di guerriglia contro il governo e che risulta essere sempre di più invischiata nelle trame del narcotraffico, vera e propria piaga del paese e di tutta l’America Latina.

Sendero Luminoso nasce tra gli anni ’60 e ’70 con lo scopo di sovvertire le istituzioni peruviane, considerate troppo borghesi, e avviare un regime rivoluzionario contadino e comunista ispirato al concetto maoista della Nuova Democrazia. Il fondatore e leader indiscusso del movimento fu Abimael Guzmán, professore di Filosofia presso l’Università Nazionale di San Cristobal de Huamanga, dove riuscì in poco tempo a diffondere la nuova ideologia senderista e a ottenere grande consenso tra i giovani studenti universitari.

A partire degli anni ’80, Guzmán, conosciuto anche con lo pseudonimo di Presidente Gonzalo, promosse un cambiamento di strategia all’interno dell’organizzazione e, dalle università delle varie province peruviane, l’azione politica e militare dei senderisti venne traslata nelle aree strategiche del paese al fine di dare avvio alla lotta armata. La regione di Ayacucho fu teatro delle prime esercitazioni militari e della costruzione della prima scuola militare, una vera e propria Accademia dove i ribelli venivano iniziati alle tecniche e tattiche della guerriglia armata.

Fu proprio in questi anni che Sendero Luminoso iniziò a dare dimostrazione delle proprie capacità ribelli, distruggendo le urne elettorali nel dipartimento di Ayacucho durante le elezioni presidenziali del 1980 e uccidendo i grandi proprietari di terre e i sorveglianti delle fattorie di proprietà statale, azioni che favorirono la simpatia e il consenso dei contadini peruviani nei confronti del movimento senderista, almeno in un primo momento1.

Se, inizialmente, lo Stato peruviano non aveva dato la giusta importanza al movimento senderista, bollandolo come un “gruppo di lunatici” non pericolosi, dopo l’assalto al carcere di Ayacucho e al massacro di civili accusati dai senderisti di fornire notizie ai militari sui membri dell’organizzazione nei pressi di Lucanamarca, la polizia nazionale dovette cambiare idea e fare i conti con un movimento finanziato dai proventi del narcotraffico e radicato in alcuni dipartimenti strategici del paese come Ayacucho, Apurimac e Huancavelica.

Il 1983 fu l’anno in cui Sendero Luminoso provocò più vittime. Gli attacchi si diressero verso le infrastrutture di Lima e non solo, e frequenti furono le auto-bomba fatte scoppiare di fronte al Palazzo del Governo e al Palazzo di Giustizia. Non mancarono anche i casi di attentati diretti contro persone specifiche, soprattutto sindacalisti, dirigenti di partiti di sinistra e autorità governative.

Tuttavia, probabilmente proprio per le sue azioni violente e per la rigidità del dogma della rivoluzione maoista, i senderisti non ottennero un consenso forte e radicato tra la popolazione e anche i contadini, che avrebbero dovuto essere la fascia più vicina ai ribelli, si stancarono presto di un’ideologia che dimostrava di portare avanti la rivoluzione senza tenere in considerazione gli ancestrali usi e costumi andini. Così, di fronte ad una popolazione ostile, le azioni di Sendero Luminoso cominciarono a destabilizzarsi e progressivamente, con il passare degli anni, l’organizzazione cominciò a incrinarsi.

peruNonostante l’apparente debacle del movimento senderista, tutt’oggi un fazione interna denominata Proseguir rimane attiva principalmente nella regione del VRAE, la zona dei fiumi Ene e Apurimac, nel dipartimento di Ayacucho e al confine con quello di Junín e Huancavelica. Questa regione è da sempre stata considerata esclusivo appannaggio di Sendero Luminoso, i cui esponenti si sono spesso rifugiati nella sua selva inaccessibile e inospitale. Dal 1994 questa regione fu il rifugio di Oscar Ramírez Durand, conosciuto come il “compagno Feliciano”, fino al luglio del 1999 quando venne catturato dalle forze della polizia nazionale2.

Dalla remota regione del VRAE, i componenti della fazione interna di Proseguirhanno avviato una nuova ondata di azioni di guerriglia a partire del 20033 forti soprattutto dei finanziamenti provenienti dal narcotraffico e dalla coltivazioni di coca.

La selva del VRAE, 40.000 chilometri quadrati di zona boschiva e umida a sud del paese andino, si è convertita nel principale produttore di coca del mondo e ospita le migliori piantagioni per qualità e concentrazione di cocaina. I ribelli di ieri si sono trasformati nei narcotrafficanti di oggi e potendo contare su veri e propri arsenali sono in grado di difendere le loro piantagioni dai tentativi di eradicazione dei militari4. I senderisti esercitano, di fatto, un controllo vero e proprio su un’estesa regione del paese in cui la presenza dello Stato peruviano è assente e da cui manovrano, al riparo della selva, lo smercio di tonnellate di coca in tutto il continente e non solo5. Seppure non più forti e coesi come un tempo i guerriglieri controllano la regione della Valle che è oggi un vero stato all’interno del Perù, governato separatamente dal doppio regime dei marxisti e dei narcotrafficanti.

È proprio per questa ragione che molti giornalisti e lo stesso Presidente Humala si riferiscono ai senderisti con il termine di “narcoterroristi”. Sono proprio quest’ultimi a curare non solo il processo di produzione della coca, realizzato per opera di migliaia di contadini peruviani nella regione del VRAE, ma anche quello di trasporto al di fuori della regione di produzione. Il trasporto di cocaina può avvenire per via terrestre, verso l’Ecuador passando per la regione di Guayaquil; per via aerea, principalmente dalla regione centrale del Bajo Huallanga e Yarina dove su ogni volo i narcotrafficanti trasportano in genere una tonnellata di coca, circa cinque o sei volte al mese; e infine per via fluviale, un’alternativa particolarmente battuta negli ultimi tempi dopo che le forze di polizia e l’esercito peruviano hanno intensificato i controlli sugli aerei e sui velivoli in volo. I fiumi che sono stati presi di mira dai “narcoterroristi” sono il Putumayo e il Leticia, per il trasporto che interessa la Colombia, e il Ucayali e Amazonas per il trasporto diretto negli altri paesi limitrofi6.

Più volte, nel corso degli anni, le forze militari sono riuscite a colpire duramente il cuore dell’organizzazione sovversiva di Sendero Luminoso e il “colpo grosso” più famoso a livello mediatico fu la cattura di Florindo Eleuterio Flores Hala, conosciuto come “Artemio”, vero e proprio leader del movimento senderista catturato il 12 febbraio del 2012 nella Valle del fiume Huallanga e condannato all’ergastolo per reati di terrorismo, riciclaggio di denaro e traffico di droga. Anche gli Stati Uniti parteciparono alle ricerche di Artemio nel periodo in cui si nascondeva nella selva peruviana e garantirono una taglia di 5 milioni di dollari a chiunque avesse fornito informazioni rilevanti al fine della cattura di uno dei narcotrafficanti più ricercati al mondo7.

Dunque il legame che sembra esistere tra il movimento guerrigliero di Sendero Luminoso e il narcotraffico è quanto di più intrecciato e saldo possa esistere. Si potrebbe affermare che Sendero Luminoso senza le foglie di coca non avrebbe avuto più modo di esistere da molti anni.

È interessante notare come quasi la metà dei quarantadue gruppi che il governo statunitense considera organizzazioni terroristiche fonda le sue attività sul narcotraffico, secondo quanto afferma l’Istituto internazionale contro il terrorismo. Il narcotraffico, secondo il Vice Direttore dell’Agenzia antidroga americana (DEA) Michael Braun, è la forma di raccolta fondi più ingente e rapida per tutte queste organizzazioni terroristiche. Secondo Braun, le FARC (Forze Armate Rivoluzionarie di Colombia) e Sendero Luminoso sono gli esempi del perfetto connubio tra terrore e traffico di droga, riuscendo a guadagnare quasi un miliardo di dollari ogni anno8

Secondo un documento del Ministero dell’Interno peruviano, si è registrato un notevole rafforzamento della formazione terrorista senderista grazie alla produzione e al traffico di coca che gli garantisce un ottimo mezzo di finanziamento tale da poter tenere sotto scacco il governo democratico di Ollanta Humala. Il dato rilevante è che in un paese in cui circa il 55% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, la produzione e il traffico di cocaina è la principale fonte di reddito del paese. Questa situazione è, di fatto, impossibile soprattutto nell’ottica delle relazioni tra lo stato peruviano e gli Stati Uniti che più volte hanno sottolineato come la lotta al narcotraffico sia l’obiettivo primario dei paesi latinoamericani, Perù e Colombia in primis, al fine di mantenere rapporti distesi e proficui con Washington. Il Presidente statunitense ha più volte ribadito che considera il Perù un paese fondamentale nella lotta al traffico di droga, un flagello che colpisce entrambi i paesi e a cui fanno seguito altre piaghe tra cui il riciclaggio di denaro e crimini violenti.

Nell’incontro tra Obama e Humala nel giugno scorso, il Presidente peruviano ha affermato:

Abbiamo l’intenzione di rafforzare le nostre attuali relazioni, bisogna affrontare le materie importati come lo è la lotta contro il narcotraffico e comprendere che si tratta di una comune responsabilità9.

Una comune responsabilità che non limita però Obama nel “bacchettare” il Perù di Humala e nell’incentivare una vera e propria repressione di Sendero Luminoso. Non a caso, negli ultimi mesi, il governo peruviano ha dato vita ad una serie di operazioni che hanno colpito assai duramente l’organizzazione guerrigliera fino a poter affermare di averla quasi totalmente annientata. In un’intervista televisiva di pochi mesi fa, il Presidente Humala ha affermato che le recenti operazioni delle forze armate congiuntamente a quelle della polizia nazionale hanno consentito di arrestare alcuni tra i personaggi più in vista del movimento senderista degli ultimi anni.

Fino a poco tempo fa, le forze della polizia nazionale e dell’esercito lavoravano in maniera disgiunta, lasciando al controllo del territorio nazionale l’esercito e quello della popolazione alla polizia. Recentemente, si è cercato di integrare i lavori d’intelligence di entrambe le istituzioni al fine di raggiungere più rapidamente e in maniera più massiccia la distruzione del movimento senderista10. Si deve proprio a questo processo d’integrazione il rinnovato slancio di fiducia che la
popolazione peruviana sta nutrendo nei confronti delle proprie forze armate e forse si tratta della mossa vincente che consentirà di arrestare gli ultimi comandanti di Sendero Luminoso, i compagni José, Olga e Raúl. Ollanta Humala11 ha, inoltre, affermato:

Ciò che mi sento di promettere è che stiamo facendo tutto il possibile per catturarli. Non solo ciò è possibile ma è anche molto probabile che entro la fine del mio mandato disarticoleremo definitivamente questa organizzazione criminale.

Effettivamente i risultati sembrano essere dalla parte del fiducioso Presidente peruviano, dato che alla fine di agosto le operazioni militari nella regione del VRAE hanno portato alla cattura di Alipio e Gabriel, identificati in Alejandro Borda Casafranca e Marco Antonio Quispe Palomino. Una controffensiva, quella organizzata da Humala in collaborazione con gli Stati Uniti, che può contare su moderne tecniche di intercettazioni telefoniche e alcuni aerei ed elicotteri forniti da Washington al fine di pacificare la zona del VRAE, una regione grandissima che è tutt’ora fuori dal controllo del governo peruviano.

Lo stesso ottimismo di Humala è condiviso anche dal capo delle forze armate José Cuento che sostiene che nei prossimi due anni si registrerà un’autentica “pulizia” del VRAE da tutti i senderisti che ancora vi si nascondono e, inoltre, sostiene l’idea che il primo passo per la pacificazione della zona è quella di garantire le condizioni primarie per attirare investimenti e investitori stranieri che potrebbero far fortuna in una delle regioni più belle e ricche a livello naturalistico dell’intero paese. La pacificazione della regione del VRAE sarà senz’altro accelerata dalla costruzione di una nuova base militare e aerea, di circa 476 ettari, nel cuore del distretto di Pichari, nella provincia di La Convercion ai margini orientali del fiume Apurimac e della valle del fiume Ene.

Secondo l’opinione del Ministro della Difesa, l’obiettivo di questa base aerea è quello di facilitare le operazioni logistiche contro i narcoterroristi presenti nella regione13. I piani di sviluppo e di costruzione della base sono stati portati avanti dal governo peruviano congiuntamente a quello statunitense che ha promesso al Presidente Humala di sostenere il Perù in questa crociata contro la coca. A scontrarsi con l’aerodromo di matrice statunitense sono alcuni membri del Congresso peruviano, tra cui David Waysman il quale teme che la costruzione di questa base militare contro il narcotraffico sia solo un pretesto statunitense di accaparrarsi un enclave nel cuore del paese andino14.

D’altra parte in molti ritengono che la costruzione di questo aerodromo potrebbe dare una svolta concreta non solo nella lotta al narcotraffico ma, nel periodo seguente alla pacificazione dell’area, potrebbe aiutare a raggiungere uno sviluppo della regione, consentendo al VRAE di avere un aeroporto e di poter intensificare gli scambi commerciali per via area (data l’impossibilità dei commerci terrestri a causa del territorio impervio) e incrementare il turismo in una delle zone più attrattive a livello naturalistico di tutto il Perù. La questione della costruzione della base militare nel distretto di Pichari rappresenta solo una delle diverse soluzioni che la presidenza Humala ha cercato di trovare al problema del narcoterrorismo; sicuramente con l’ausilio economico e tecnico degli Stati Uniti il Perù potrebbe mettere veramente la parola fine ad una guerra intestina che da quasi trent’anni impedisce al paese andino di raggiungere una stabilità interna e divenire un paese più sicuro, prerogativa che Humala e Obama condividono e ritengono essere l’obiettivo primario del paese al fine di raggiungere livelli di sviluppo sempre più elevati.


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