E dire che qualcuno ha perso tempo per fare pesci d’aprile con prime pagine false dei giornali on line. Gli inguaribili malati di questa scialba goliardia non si sono accorti che il grande pesce d’aprile lo ha fatto Napolitano, imponendo la vecchia e screditata nomenclatura al timone della Repubblica. E tenendo in vita il governo Monti già dimissionario: non ha ricevuto un voto di sfiducia è vero, ma dal vecchio Parlamento, non dal nuovo che è l’unico che può accordare o meno la fiducia come previsto dall’articolo 94 della Costituzione. Così siamo di fronte all’ennesimo pasticcio che ci regala il peggior presidente di sempre, l’assiduo e vibrante garante della casta e dello statu quo.
Molti ingenui pensano che sia una situazione transitoria che verrà chiarita con l’elezione del nuovo inquilino del Quirinale, quando l’attuale dovrà finalmente sloggiare. Ma non è assolutamente così: i saggi sono lì proprio a garantire la continuità, la subornazione al liberismo europeo di marca tedesca che ci sta distruggendo e in qualche modo anche l’elezione di un presidente che incarni la continuità e l’immobilismo, oltreché gli interessi di Berlusconi. Questa ulteriore torsione istituzionale e costituzionale è destinata a dare a lungo i suoi frutti avvelenati.
Il fatto che il M5S sia entusiasta di questa soluzione, al pari dei giornaloni, fino a ieri disprezzati, dimostra ahimè che gran parte di quei voti che sono andati all’alternativa vengono invece usati per la conservazione: più che i nomi in sé è proprio il metodo costituzionalmente ambiguo a denunciare il tentativo di restaurazione e a spostare le decisioni fondamentali su quel distillato di partitocrazia che sono i saggi. Altro che Parlamento padrone della situazione, altro che commissioni da mettere in piedi, qualcuno non si è accorto di essere stato messo nel sacco. La soluzione finale è chiara: ci terremo Monti, Berlusconi e la parte più retriva del Pd, i loro epigoni e seguaci fino a che non ci avranno ridotto come Cipro. Troppo poco lamentarsi dei nomi dei tutori e non del metodo adottato. Il nuovo slogan è “teniamoceli tutti”.
Chissà cosa direbbe Hari Seldon eroe del ciclo della Fondazione di Asimov a cui in qualche modo fa riferimento Casaleggio per il suo culto di Gaia. Intendiamoci non voglio solo farmi beffe di certe manie profetiche: dopo tutto anche il premio nobel Paul Krugman ha dichiarato che il suo interesse per l’economia è stato stimolato da ragazzo proprio dal ciclo della fondazione asimoviana. Però poi si cresce e i semi o si sviluppano in una pianta più complessa o marciscono in futile mania. Di certo si ha l’impressione che la “rivoluzione” annunciata stia annegando dentro la confusione e la banalità del potere: temo che qualche “portavoce” già si sia affezionato al titolo di onorevole e che non sia disposto a giocarselo così facilmente. Non è mai troppo tardi per diventare “saggi”.