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Il petrolio nel delta del Niger: Eni, Shell, Total a che gioco giochiamo?
Creato il 19 giugno 2012 da Bulgarone84“La responsabilità ambientale costituisce uno dei pilastri fondamentali dell'agire sostenibile ed è strettamente connessa alla capacità di un'impresa di creare valore. La richiesta di valutazione, controllo e mitigazione degli impatti sull'ambiente si estende a tutto il ciclo di vita delle attività e dei prodotti oltre che a fornitori e clienti. L'approccio Eni comprende la valutazione dell'impatto ambientale e sociale delle attività, effettuato attuando il massimo coinvolgimento degli stakeholder locali”. A parlare è proprio l'Eni, multinazionale del petrolio, che si è fatta bella ai nostri occhi con pubblicità che richiamano valori puri ed eticamente ineccepibili. Brava Eni.
Belle parole davvero. Toccanti, profonde, piene di sensibilità. Innovazione è una parola per immaginare il futuro. Quale futuro? Collaborazione è una parola per crescere insieme. A quale costo? Cultura è una parola da condividere. Che merita rispetto. Insomma una presa in giro. Bella e buona. Non è una novità. Nel delta del Niger da molti anni l'Eni ha contribuito a inquinare l'ambiente circostante danneggiando irrimediabilmente la pesca, l'agricoltura, le foreste di mangrovie. Oltre all'aria irrespirabile dovuta al gas flering che rende impossibile la vita della popolazione che continua a morire a causa delle attività estrattive con la connivenza di miliziani e politicanti corrotti. Dulcis in fundo le ultime fuoriuscite di petrolio provocate dalla corrosione degli oleodotti, dalla scarsa manutenzione delle infrastrutture, da errori umani o da deliberati atti di vandalismo e furti di petrolio. Un business senza fine, quello di Eni, Total e Shell che non ha minimamente migliorato le condizioni degli abitanti del delta del Niger che continuano, così, a rappresentare una delle aree più povere del Pianeta. Inoltre vengono privati, senza possibilità di scelta, di condizioni accettabili di lavoro e di vita. Non esistono diritti umani qui. Non è possibile la vita. E' accettata solo la distruzione a qualsiasi costo. Ambientale e sociale. Senza scrupolo, senza coscienza. La dignità non esiste. Non deve esistere. Grazie Eni, Shell, Total. Ora però dovete delle risposte. Amnesty International ha fatto delle domande ben precise ai gruppi petroliferi e in particolare alla Shell. C'è stato un botta e risposta che ha avuto come unico risultato il fatto di perdere ulteriore tempo. Davide contro Golia, forse. Ma a noi piace credere nelle favole.
Per saperne di più sul botta e risposta Amnesty International-Shell:
http://www.iopretendodignita.it/sites/default/files/userfiles/file/att/Risposta%20shell%20ad%20AI.pdf
http://www.iopretendodignita.it/sites/default/files/userfiles/file/att/risposta%20AI%20a%20Shell.pdf
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