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Harry Hole si trova per le mani un caso che gli impone di tornare indietro nel tempo, nel periodo della guerra. Si trova ad indagare nel mondo dei neonazisti, ex soldati, fanatici di un tempo ancora convinti di essere in missione. E poi nel mondo delle forze dell'ordine dove una mela marcia non manca mai, della politica... Oramai è chiaro che Hole è un personaggio piuttosto particolare: un poliziotto della polizia di Oslo un po' particolare... poco incline a rispettare il protocollo, alza spesso il gomito, a volte ha dei modi non troppo ortodossi ma è davvero in gamba. E' il migliore anche se ogni tanto commette un errore. La storia, questa volta, inizia con un suo errore nonostante il quale si ritrova ad indagare attorno ad un traffico d'armi che vede coinvolti un gruppo di neonazisti. Ma le cose sono un po' più complicate di quanto sembra ed Hole lo capisce in fretta tanto che si mette ad indagare, a modo suo, soprattutto quando viene ritrovato un particolare fucile - un Märklin - che per le sue caratteristiche è particolarmente adatto per essere usato da un killer professionista. Hole cerca di arrivare a lui, a quel misterioso personaggio che secondo Harry è molto più pericoloso di quanto non si possa pensare.Uno dopo l'altro, alcuni veterani dell'esercito vengono uccisi. C'è un legame tra loro e tra il trafficante di armi che ha comprato quella micidiale arma?Chi può avere interesse ad uccidere quegli ex soldati? Mosso da cosa? Ecco, dunque, che per arrivare a dare risposte a tutti questi interrogativi, Hole deve inoltrarsi nei meandri dei campi di battaglia del Fronte orientale durante la Seconda Guerra Mondiale per arrivare al suo tempo.In questo contesto si muovono moltissimi personaggi, almeno una cinquantina, ed è questo - secondo il mio parere - l'aspetto più problematico della lettura che, per stile di scrittura e per la storia in se, scorre che è una meraviglia.Ad un certo punto ho pensato che se avessi appuntato tutti i nomi e scritto accanto ad ognuno quale fosse il suo ruolo avrei avuto meno problemi... oramai, però, ero a metà lettura ed ho lasciato stare. Per quando mi sono resa conto che i tanti personaggi mi stavano facendo un po' di confusione attorno non valeva più la pena di mettersi a prendere appunti.Io non amo i racconti storici per cui quando ho letto i racconti dal fronte (in quelle parti del libro in cui si torna indietro nel tempo, arrivando nel mezzo della guerra) ho pensato che mi sarei senza dubbio annoiata e che avrei saltato sicuramente delle pagine. Non è stato così. Lo stile di Nesbø mi piace e, se da una parte all'inizio ho storto il naso per i continui racconti di guerra, dall'altra ho apprezzato il fatto che non si tornasse nuovamente a parlare degli ambienti della droga di Oslo su cui tanto l'autore ha puntato negli altri suoi due libri che ho letto.In conclusione - e senza voler dire altro sulla trama per non togliere il gusto di leggerlo - questo libro mi è piaciuto anche se ho preferito Lo spettro che, come dicevo nella relativa recensione, mi ha letteralmente tenuta sveglia un'intera notte per capire come andasse a finire. Se dovessi mettere i due libri in ordine di gradimento, Lo spettro sarebbe il primo e Il Pettirosso il secondo: per ora ne ho letti solo due della serie Harry Hole per cui non ho altro da aggiungere. Magari, più avanti, potrò aggiornare la classifica visto che non ho intenzione di fermarmi qui. Hole è un personaggio che mi stuzzica la fantasia... voglio saperne di più su di lui e su ciò che lo tiene impegnato nella vita e sul lavoro.L'edizione che ho trovato io in biblioteca fa parte della collana Maestri del Thriller edizioni Piemme: maneggevole, comodo anche da tenere in borsa anche se i testi sono scritti con caratteri piccini (ma mai piccoli come Capote che mi ha fatto faticare un bel po' per via dei caratteri minuscoli).Ps. qui conosce Rakel... chi ha letto Lo spettro sa di chi parlo... chi non l'ha letto può dare un'occhiata alle recensione che su quel libro ho scritto di recente per avere un'idea.
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