Magazine Cinema
Visto in DVD.
La storia della famiglia Agnelli, dal fondatore della FIAT fino ai recenti Elkann.
per raccontare questo film basterebbe una frase, ma in realtà parla di molto altro. Parla si degli Agnelli, famiglia riservata che per questo documentario non ha voluto o po tutto partecipare in alcun modo, ma lo fa arrivando a parlare soprattutto dei rami dimenticati della famiglia, la capostipite Virginia, la moglie dell'avvocato Giovanni ed Edoardo il loro figlio, ma soprattutto Giorgio il terzo fratello di Giovanni. Parla di loro, li descrive per quanto possibile, ne segnala il vuoto che li circonda ed il lavoro di rimozione che ne è stato fatto (strepitosa la porzione di intervista in cui Giovanni Agnelli afferma di avere un solo fratello maschio). Descrive la famiglia in base al loro rapporto con i pezzi mancanti. Descrive la famiglia come la vera nobiltà (il vero casato regnante) d'Italia, ma anche come vittime di una malattia, come se la catena di montaggio e le macchine, da sempre considerate come fonte di oppressione per gli operai, abbiano oppresso soprattutto i padroni (impagabili in questo senso i pochi commenti fatti attorno a John Elkann).
Complessivamente poi ci si trova davanti ad un film, non un documentario, ma un vero e proprio film, per linguaggio e perfezione delle immagini.
Una fotografia impeccabile difficile da trovare nel film di fiction medio italiano. Una regia enorme, che insegue i protagonisti come fosse Aronofski; li inquadra in posizione statiche mentre la loro voce fuori campo; corre in lunghe carrellate laterali a mostrare i luoghi storici della famglia; inquadra oggetti apparentemente inutili senza dare speigazioni per farli poi tornare nel finale a dare significato ad intere vicende; utilizza documentari, intervisti televisive e i filmati interni della fabbrica (così come anche convengi ed incontri pubblici) come fossero interventi fatti per il documentario o filmini personali della famiglia; brevis equenze animate alcune senza nessuno scopo contenutistico, ma solo. Un lavoro enorme che si articola in un film corto (meno di un'ora e mezza) con lunghi silenzi, parafrasi, immagini di repertorio e personaggi improbabili, ma su tutto le immagini delle automobili, delle industrie storiche e delle macchine per la produzione.
Bellissimo.
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