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Il piacere della conoscenza e la doppia gobba di Giacomino Leopardi

Creato il 10 marzo 2014 da Stupefatti
Il piacere della conoscenza e la doppia gobba di Giacomino LeopardiCerto fanno un po' pena le persone senza nessun interesse. Fantozzi che va in pensione e che poi paga per andare di nuovo a lavorare perchè a casa non ha niente da fare. Il pre-pensionato sessantenne che ogni mattina si alza alle sei, si rade, si improfuma, esce a passeggiare il cane, si prende il caffè al bar, compra due-tre giornali sportivi e poi torna a casa angosciato perchè non sa come riempire la giornata. L'impiegato che si addormenta davanti alla televisione e la moglie che resta sveglia per seguire il telefilm e poi raccontarglielo l'indomani. Le combriccole di famigliole che stanno insieme per inerzia e noia. Certo fanno pena le persone senza nessun interesse, però a me una volta hanno raccontato una storia sulla morte di Giacomino Lepardi, il debole malaticcio cagionevolissimo gobbetto di Recanati che tira le cuoia a Napoli, nel 1837, a nemmeno quarant'anni. Io non so se questa storia è vera, però è una gran bella storia. Mi hanno raccontato che la doppia gibbosità (cioè due gobbe) di Leopardi, la sua deformità fisica che gli costò una vita di sofferenze e desideri repressi, era causata esclusivamente dal troppo tempo passato chino sui libri, alla luce di una candela, con gli occhi che scoppiavano e il cuore gonfio dell'ambizione di Voler Leggere Tutto e Tutto Sapere. Giacomino Leopardi, appena nato, era un bambino sanissimo. Nei pochi ritratti esistenti si nota che ha i lineamenti delicati e “quel suo sorriso sottile e ineffabile” come diceva il fidato Ranieri. Giacomino Leopardi sarebbe morto proprio a causa di questa doppia gibbosita che gli curvò progressivamente la schiena lungo tutto l'arco (ahahah) della sua breve vita, comprimendo gradualmente le ossa della gabbia toracica contro gli organi interni (stomaco, pancreas, fegato) fino a spappolarli. Giacomino Leopardi, in altre parole, è morto ripiegato su stesso, schiacciato da se stesso e da tutta la sua ambizione di Voler Leggere Tutto e Tutto Sapere.Note  
1) Illustrazione: Harry Clarke per il Faust di Goethe (1925). Da 50watts.com.

2) La mente va a H.P. Lovercraft e il presunto scrittore del Necronomicon, l'arabo pazzo Abdul Alhazred. Il suo nome suona più o meno come All Has Read (Che ha letto tutto). Trovi qui un bellissimo saggio sul Necronomicon, a cura di Sebastiano Fusco. Qui invece i racconti di Lovercraft


3) Citazione di Philip Roth, Il Professore di Desiderio, Einaudi. Sul libro ci ho scritto una pseudo-recensione sul mio blog personale. 
- Dovresti piantarla di leggere tutto ciò che è stato scritto.
- E cosa dovrei fare nel tempo libero?
- Immergerti nella vita vera.
- C’è un libro che parla proprio di questo…. -
- Io odio le biblioteche, odio i libri e odio le scuole.
A quanto ricordo, tendono a trasformare tutto quel che
riguarda la vita in qualcosa di leggermente diverso,
“leggermente” quando tutto va bene.
- E tu cosa vedi in me?
- Beh, anche tu li odi. Per quello che ti hanno fatto.
- E cioè?
- Ti hanno trasformato in qualcosa di…
- Orrendo?…
- No, non proprio. In qualcosa di leggermente diverso, di leggermente…sbagliato. Tutto ciò che ti riguarda è un po’ una bugia…eccetto i tuoi occhi. Lì ci sei tu. Non riesco a sostenere il tuo sguardo troppo a lungo. È come ficcare la mano in un lavandino pieno d’acqua bollente per togliere il tappo..

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