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Il piacere di scoprire – Richard Feynman

Creato il 22 gennaio 2015 da Maxscorda @MaxScorda

22 gennaio 2015 Lascia un commento

Il piacere di scoprire
Rileggo con piacere Feynman con un testo comprato tempo fa ma tenuto fermo per un po’. Sullo scienziato gia’ ho detto tutto e tutto e’ stato detto.
Premio Nobel per la fisica nel 1965 per gli studi sull’elettrodinamica quantistica, fu un uomo estremamente curioso ed attivo in tanti campi della scienza, nonche’ grande insegnante e ancora piu’ grande divulgatore scientifico. "Il piacere di scoprire" e’ una raccolta postuma di discorsi, interventi, scritti ed interviste.
Non mi piacciono molto queste operazioni ma considerando il specifico del protagonista e il valore degli scritti, ho ceduto all’acquisto.
Se e’ vero e non potrebbe essere diversamente, che i vari capitoli sono un po’ troppo eterogenei, nel tutto troviamo momenti a dir poco storici.
Si passa percio’ da ricordi in ordine sparso e raffazzonati alla bene meglio sullo scienziato, la sua storia e i suoi pensieri, vi sono discorsi oggi ritenuto storici e di grande ispirazione per le generazioni a seguire, come quando anticipo’ nozioni sui computer quantici oggi in piena fase di studio o parlo’ di nanotecnologie ed era il 1959.
Parole a suo tempo all’avanguardia, oggi persino superate dai fatti ma perfette per introdurre certi argomenti ai profani. Straordinario, curioso e persino divertente il racconto degli anni ’40 quando da giovane scienziato fu chiamato al Progetto Manhattan per la creazione e  sviluppo della bomba atomica, regalandoci una visione decisamente alternativa di cio’ che avvenne a quel tempo.
D’importanza altrettanto storica fu la sua relazione all’indomani della tragedia del Challenger nella quale seppe prima e meglio di tanti ingeneri, scoprire la causa del disastro e ancor meglio indicare i gravi errori d’impostazione nel trattamento dei rischi.
Meno interessanti i dialoghi sui massimi sistemi. Sempre autorevole e rispettoso di ogni posizione, alla fine restano pareri autorevoli ma limitati alla persona e poco generali. Una tirata d’orecchia alla Adelphi che avrebbe potuto contestualizzare meglio i vari capitoli, obbligando a ricerche ulteriori laddove le poche parole riportate non sempre aiutano.
Buon libro che deve pero’ seguire necessariamente altri come "QED" e "Sei pezzi facili".


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