Magazine Libri

Il Piacere - Intermezzo [alla ricerca di una definizione]

Creato il 29 ottobre 2013 da Lafenice
Cerchiamo di spiegarci. Non so cosa sia.
Vi è mai capitato di essere talmente tanto attratti da una persona da sentire una spasmodica voglia di toccarla non appena la vedete? Una strana sensazione che infiamma il petto, che vi rende fragili e forti al tempo stesso. È come se il suo corpo chiamasse a voce altissima il vostro: voi provate a resistere, ma ogni movimento, ogni vostro gesto è inconsciamente fatto per avvicinarvi. Sempre di più. Come se quel corpo fosse il centro di un mondo strambo, e voi una stupida pallina che cade da un palazzo di cento piani. È la gravità che vi fa muovere. È la gravità che vi spinge. E voi non potete fare nulla, per quanto possiate volerlo. Potete soltanto lasciarvi andare. E cadere, cadere. Cedere a quel corpo. Toccarlo, baciarlo, bramare ogni singolo attimo insieme. Più state lontani, più la voglia di cadere nuovamente aumenta, senza controllo. È il ricordo dell'adrenalina del salto, della forza della vostra droga che fa aumentare il desiderio.. del piacere, di che cosa altrimenti? Del piacere di giacere stremati accanto ad un corpo che riduce la vostra mente a nulla. È la perfezione di quei momenti contrapposta all'imperfezione di una vita senza. L'annullamento di ogni razionalità, l'onnipotenza del tutto è possibile.
È una sensazione talmente bella, così totalizzante, così viva. Ecco, è proprio questo il concetto giusto: è vita, vita vissuta fino all'ultimo respiro. Riempie l'anima, rigenera il corpo, fa fiorire. È amore, amore per la vita, amore per sé stessi, ricerca di nutrimento, totale appagamento di ogni senso. è totale assenza di controllo.  Non è semplice attrazione fisica, è la ricerca disperata di qualcosa di cui si può fare a meno. Qualcosa che, però, ha il potere di rendere tutto più interessante, più eccitante, più divertente, più.. vivo. Fa vibrare ogni parte del corpo, ti trasforma in luce, in energia, in forza. Un cuore che batte a mille, il risveglio della propria parte più primitiva, più vera. Quella parte che non ha tabù, non ha limiti, non ha segreti. totale assenza di paura. é il bello della vita, il senso dell'attesa. è quel quid che ti fa dire "non cambierei nulla di ciò che ho fatto fino a questo momento".
qualcosa a cui non so dare un nome.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :