E se avessimo la possibilità di confrontarci con il nostro alter ego e, così facendo, affrontare la delusione e l’insoddisfazione e riconsiderare abitudini e consuetudini? E se questo confronto avvenisse su un pianeta del tutto diverso da quella Terra così familiare, così distante da quel quartiere (Testaccio) di Roma i cui abitanti (così si dice) a prima vista sembrano tutti antipatici ma poi a conoscerli meglio…
Il pianeta degli alberi di Natale – Bruno Munari (G. Rodari)
Insomma, a Marco il nonno, in occasione del suo compleanno, regala un cavallo a dondolo; che delusione! Per quanto bello non è un gioco adatto alla sua età! A quel punto, con tutta la rabbia e la delusione di ritrovarsi per le strade del suo quartiere o su di un’astronave diretta chissà dove non fa differenza. Invece della differenza Marco s’accorge non appena messo piede su questo pianeta straniero: intanto l’aria sa di primavera, per il suo essere tiepida e deliziosamente profumata. Poi il tempo non è scandito da impegni incombenti, piuttosto placido e morbido e la sua guida, Marcus, lo accompagna per strade e vie che sembrerebbero ordinarie se non fosse che in esse tutto è invece straordinario: intanto parole come “ammazzare” o “pagare” non hanno senso perché non hanno contesto, e poi ad ogni finestra, in ogni angolo, ovunque tutto è addobbato con degli alberi di Natale. I pianeta in effetti è proprio quello degli alberi di Natale e l’atmosfera è sempre quella natalizia, sebbene non altrettanto frenetica o consumistica come quella terrestre.
Il pianeta degli alberi di Natale – Bruno Munari (G. Rodari)
Questo racconto lungo di Gianni Rodari si incastona perfettamente nell’atmosfera d’attesa natalizia e soprattutto ricorda e insegna che le strade della fantasia sono infinite, portano ovunque, cambiano destinazione a viaggio iniziato, o conducono esattamente laddove avevamo immaginato, persino su un pianeta in cui è sempre Natale. “Le fiabe servono alla matematica come la matematica serve alle fiabe. Servono alla poesia, servono alla musica, all’utopia, all’impegno politico: insomma all’uomo intero e non solo al fantasticatore. Servono proprio perché in apparenza non servono a niente: come la poesia e la musica, come il teatro o lo sport (se non diventano un affare). Servono all’uomo completo”.. Servono dunque bambini, che dissacrino i luoghi comuni, che siano divertenti e portatori di un umorismo dell’assurdo che presuppone una coscienza alta e profonda della giustizia e della realtà, che conoscano e vivano con naturalezza l’amicizia e che non conoscano il conformismo; servono, dunque, bambini che siano bambini; specie a Natale. Non a caso “il libro, dalla prima pagina all’ultima (ma anche dall’ultima alla prima), è dedicato ai bambini di oggi, astronauti di domani”.
Il pianeta degli alberi di Natale – Bruno Munari (G. Rodari)
L’edizione che ho scelto di consigliarvi è illustrata da Bruno Munari ed è divisa in due parti, la prima è costituita dal racconto, la seconda si chiama Cose di quel pianeta: filastrocche, avvisi e poesie. Ogni illustrazione si racconta con una efficace didascalia.
Titolo: Il pianeta degli alberi di NataleAutore: Gianni Rodari, ill. Bruno Munari
Editore: Emme edizioni
Dati: 2011, 159 pp., 11,50 €