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Il pianeta perduto.

Creato il 25 agosto 2011 da Rvassallo @RVassallo

Sino dagli albori dell’umanità, l’essere umano ha ritenuto a torto o a ragione di appartenere a una stirpe soprannaturale, questo perché è stato eretto al di sopra di tutti gli altri esseri viventi.

Una dinastia divina dunque, che con l’andare del tempo ha incrinato i legami tra i suoi discendenti. Esseri alati, avvolti dalle fiamme, bellissimi e terribili, capaci di smuovere le montagne, suscitare i maremoti e resuscitare i morti. Queste creature interferirono con la quotidianità degli esseri umani, sino a stravolgerne l’esistenza e ancora oggi gli echi di queste intromissioni.

L’uomo milioni di anni fa conobbe i suoi dei, costoro discesero dal cielo e con gli umani procrearono, dando vita a una nuova stirpe.

Sono chiamati dalla moltitudine; angeli, demoni, dei e divinità, ma per altri sono extraterrestri scesi sul nostro pianeta agli albori dell’umanità, non per portare pace, ma per portare a termine una guerra che qui sulla terra ha avuto il suo tragico epilogo.

Dopo questa epica battaglia, e che nell’Apocalisse di Giovanni e in molti altri scritti ne troviamo traccia, questi “visitatori” ci hanno lasciato al nostro destino, forse con una vaga promessa che un giorno sarebbero ritornati a prelevare coloro che sarebbero sopravvissuti.

Così si spiegano le varie profezie che con l’andare del tempo si sono avverate, allo stesso modo s’interpretano i vari megaliti eretti con millimetrica precisione in onore di pianeti e costellazioni, così si decifrano gli scritti antichi, che evocano una fine dell’umanità, remota.

Coloro che vennero e che portarono sul pianeta terra la civiltà si sono estinti e la terra tra non so quanto tempo tornerà a essere solo un pianeta tra i tanti sparsi nell’universo, perché se tutto ha avuto un inizio, tutto avrà anche un suo termine, così nella vana attesa che “l’extraterrestre” ci venga a riprendere, il nostro pianeta lentamente muore così come muore la speranza di un domani migliore.



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