Il Piccolo Charlie
Creato il 27 settembre 2013 da Tizianogb
IL PICCOLO CHARLIE
(Una filastrocca horror di Giulia Masetto)
Il piccolo Charlie era un
bimbo normale
Che frequentava la scuola
elementare
Più basso degli altri,
rachitico e minuto
Dai suoi compagni non si
sentiva benvoluto.
Pallido e biondo, nasino
all’insù,
Lentiggini ovunque e
grandi occhi blu.
Questo è Charlie, miei
cari, nient’altro da dire,
Ma ora attenzione, statemi
a sentire…
Qualcosa accadde un giorno
di primavera
No, non era giorno, era il
calare della sera.
Aveva fatto tardi, a
spasso con la mamma
E quando tornò a casa
voleva solo far la nanna.
Non aveva fatto i compiti,
ma che negligenza!
“Devo recuperare in
fretta , per avere la sufficienza!”
Ed ecco che il libro di
scienze la sua vita cambiò…
Ora la sua strana
avventura vi racconterò.
Il manuale di biologia
svogliatamente aprì
Quando a pagina 100 si
bloccò e trasalì!
Il respiro si fece
affannoso, un brivido e peli d’oca
Vi assicuro che la sua
paura no, non era poca!
“Ognuno di noi uno
scheletro ha in sé
Altrimenti come si
farebbe a stare dritti in piè?
È fondamentale per
vivere e agire
È il nostro telaio,
per farvi ben capire.
206 ossa, davvero
niente male!
L’uomo è proprio una
macchina fenomenale!
Bisogna averne cura e
trattarlo bene
Perché per la
vecchiaia trascurarlo non conviene”.
Povero Charlie, muto e
allibito,
Fu una tale sorpresa che
ne rimase stordito!
Pensava al teschio come
qualcosa di funebre,
Qualcosa appartenente al
mondo delle tenebre!
Lo associava senza dubbio
alla Signora Oscura
Che mieteva le sue vittime
senza averne cura.
Metafora di trapasso, di
morte era l’emblema
Per Charlie averne uno
sembrava un gran problema.
“Non è possibile, non
può essere vero
Che realmente in me ce ne
sia uno tutto intero!
Non lo voglio, dal mio
corpo se ne vada!
Ognuno in qualche modo
prenderà la sua strada!”
Con gli occhi sbarrati a
fissare il vuoto
La mente fuggì in un
limbo remoto
Dove teschi enormi,
ghignanti e cattivi
Prendevano a morsi i
cadaveri e i vivi.
Si svegliò di soprassalto
in preda alla paura
E una’idea si fece
strada crescendo a dismisura!
“Domani me lo tolgo, me
lo sfilo dalla bocca!
Farò a meno di lui e guai
se ancor mi tocca!”.
La mattina andò a scuola
corrucciato e pensieroso
Studiando senza sosta il
suo progetto minuzioso…
Fu anche interrogato su
quel capitolo del testo
E guadagnò nel registro
un 10 e lode poi, del resto!
L’ora X si avvicinava per il piano escogitato
Tornò a casa Charlie, vi
assicuro, era agitato!
Silenzio nella villa, i
genitori erano a letto
Charlie era pronto: “Ora
o mai più!” ha detto.
Facendo piano piano si
chiuse a chiave in bagno
L’unico testimone era
lassù in alto, un ragno.
Si specchiò a lungo prima
di iniziare,
Se qualcosa fosse accaduto
la sua faccia voleva ricordare!
Schiuse le labbra, afferrò
l’incisivo
E tirò forte con uno
strattone decisivo.
Ci volle un po’ prima di
ottenere un risultato,
Ma dopo un’ora circa
ecco l’effetto desiderato.
Charlie giaceva a terra
come un sacchetto informe
Gli occhi spalancati e uno
stupore enorme.
Il suo scheletro era lì e
lo fissava un po’ perplesso:
-Sapevo che eri tonto, ma
non credevo così fesso!
Charlie Regret, sei
proprio sprovveduto,
Ora io, Damien, ti
mostrerò cos’hai perduto!
Hai una vaga idea di che
guaio hai combinato?
Vedremo se il tutto potrà
esser sistemato.
Damien si chinò ed
afferrò la mano molle
-Shgybu!- disse Charlie,
che toccarlo più non volle.
-Numero uno, lo vedi da
te: non puoi parlare!
Rise sottovoce e prese a
camminare.
Uscirono di casa, Charlie
muto e intimorito,
Damien si guardava attorno
appena un po’ stranito.
Ma nelle orbite vuote
dell’ira c’era l’ombra
“Se non mi vuole più,
se ne vada nella tomba!”
Trovarono un prato dove giocavano a pallone,
L’arbitro fischiava,
avrà avuto una ragione!
-Tu senza me giocare a
calcio non potrai,
Né a nessun altro sport,
ma questo già lo sai…
-Hvifjahvu!- Charlie
replicò.
Damien scosse il capo e
dal campetto se ne andò.
Il piccolo Charlie
sembrava una frittata
Spiaccicato al suolo, con
la faccia spappolata.
Ma lo scheletro prese come
sfida la questione personale,
Non si buttò giù alla
prima difficoltà banale!
Si sarebbe fatto presto
benvolere
Da quel piccolo cocciuto
tutto matto da legare!
Passarono accanto ad un
lampione
Dove due innamorati si
baciavano con passione.
-Non potrai avere neanche
una ragazza,
Non la bacerai e lei
diverrà pazza!
Questo per riavermi pare
un ottimo motivo
… O per caso serve
ancora un altro incentivo?
-Rhfhvj- Fece Charlie a
fil di fiato
E Damien capì che il suo
lavoro non era terminato.
-Non ballerai ai concerti nè discoteca con gli amici,
Dimmi, come pensi di
passare futuri anni felici?
Sarò bruttino, incuto
forse anche timore,
Ma se tutti mi hanno sarò
pure di valore!
Proprio allora un’auto
sfrecciò sulla strada.
-Guarda come corre, dove
vuoi che vada?
Vita breve avrà quel
deficiente…
Ma tu senza di me non
potrai fare la patente!
Di nuovo Charlie dissentì
col suo linguaggio
Farfugliando qualcosa a
proposito del coraggio.
Solo Damien poteva davvero
capirlo
A voi miei cari rimarrà
un mistero saperlo.
Le speranze iniziò a
perdere il mucchietto d’ossa
Era stanco di sbagliare
sempre mossa…
Ma la colpa sua non era in
realtà,
Ma della folle paura di
Charlie, che assurdità!
Avrebbe dovuto capirne
l’importanza
E che spesso non è tutto,
l’apparenza!
Ma non voleva un’altra
argomentazione
Quel sacco flaccido
sembrava pieno di determinazione!
Rifiutò di volere Damien
con sé ancora
Quest’ultimo decise di
riportarlo a casa, allora.
Solo, senza un corpo e
sconsolato
Pianse Damien, pianse
desolato.
Passò il resto della
notte ai piedi del letto
Sognando di fare a Charlie
ogni possibile dispetto.
“…Ma la ripicca non
porta a nulla”Damien pensò…
“Poi tutto vien da sé,
e questo di certo lo so”.
Trillò la sveglia alle
sette del mattino
E Charlie era rimasto in
un angolo sul lettino.
Coperto di graffi e sporco
di terra
Si preparava a far con la
madre una guerra.
-Charlie! Sei lercio! Ma come sei
conciato?
Disse la mamma trovandolo
svuotato.
-Ora ti infilo in
lavatrice, facciamo due lavaggi,
Poi ti stendo fuori
assieme ai miei tendaggi!
E così fece la signora
Regret, premendo un bottone
Lasciando Charlie in
centrifuga a girar come un pallone.
Ma il dì fu lungo e
caldo, la mamma si dimenticò
Del figlio appeso al
sole…ed egli si seccò.
Tutto ciò che restava di
Charlie somigliava a un foglio nero
Ma Damien non si
dispiacque più di tanto, invero.
“Il bimbo è stato
premiato dalla sua stupidità!
Il problema ora è: di me
che ne sarà?”
Pensando ad una possibile
soluzione
Eccola arrivare, la
fulminea intuizione!
“Non ho più un corpo,
né un granello di pazienza…
Si, ho deciso! Donerò le
mie ossa alla scienza!”.
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