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“Il piccolo Ghirighiri” di Mario Ramos, Babalibri

Da Federicapizzi @LibriMarmellata

“Non sapevano che era impossibile, così lo hanno fatto” Mark Twain

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Brutta bestia il potere. Secoli di storia dell’uomo ce lo hanno insegnato: chi ha nelle mani lo scettro, reale o simbolico che sia, sovente si lascia sopraffare e troppo spesso antepone i suoi interessi, o i sui capricci, al bene comune che dovrebbe perseguire e garantire.
Dai palazzi dove si governano gli Stati fino al piccolo della quotidianità di ciascuno, tutti abbiamo esperienza del potere usato per soverchiare, per farsi “grossi e belli”, per leccare le proprie insicurezze e, apparentemente, sopirle, per approfittarsi degli altri, per curare i propri interessi.

Qual è quindi la strada giusta per approdare ad una migliore realtà? E, soprattutto, è possibile?
Oppure è nella natura stessa dell’uomo lasciarsi trasformare dal delirio di onnipotenza senza riuscire a coniugare adeguatamente forza e giustizia?

Mario Ramos – grandissimo scrittore ed illustratore di albi per bambini, celebre per capolavori che uniscono efficacemente arguzia e brio, divertimento e intelligenza – nel suo ultimo lavoro prima della prematura e dolorosa scomparsa (avvenuta nel Dicembre 2012) lancia una traccia di risposta – geniale, spiazzante, semplice e profondissima allo stesso tempo – a domande che per loro stessa natura non possono che restare aperte, affidate solamente al futuro, possibile o impossibile, dell’umanità.

“Il piccolo Ghirighiri”, edito in Italia da Babalibri, è una favola moderna e attualissima, dolceamara e ricchissima di spunti di riflessione, dalle molteplici sfaccettature, dalla conduzione impeccabile e dal finale spiazzante.
Un ultimo piccolo gioiello regalatoci dal grande autore belga, che tutti rimpiangiamo.

Leone, dapprima piccolo e probabilmente insignificante, accede al regno grazie a tante promesse.
(Demagogia spicciola, nulla di nuovo – penserà il lettore adulto. Quello bambino invece, senza bisogno di definizioni, già dalla prima pagina comprenderà la natura infida del giovane leone, il suo conquistare il potere grazie all’inganno, e non in virtù del lavoro e della buona condotta.)

Come previsto, scettro e corona cambieranno il regnante – o forse già era diverso, banalmente aveva mascherato le sue intenzioni – che subito si dimostra despota, pronto al bello e il cattivo tempo; inizia così a legiferare a proprio vantaggio, a circondarsi di guardie per difendersi dal malcontento popolare che, va da sé, lievita.
Tra i suoi decreti perfino quello che vieta agli uccelli di volare: i pennuti genitori dovranno rompere le ali ai propri pulcini per far sì che la volontà del sovrano venga rispettata.

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E sulla scia di tanta scelleratezza, come difendere la propria autorità non supportata da alcuna saggezza?
Semplice: con la guerra! La guerra, quindi, come strumento del potere per perpetuare se stesso; tanto i potenti, si sa, sono sempre al sicuro e a combattere mandano altri.

Fin quando, ai margini del regno, nasce un uccellino, minuto, buffo, vivace e intraprendente di nome Ghirighiri. Cresce forte di un amore materno così vivo da non temere di lasciargli conservare le ali.
E impara a volare, e da lì apprende con naturalezza la libertà del pensare e dell’agire.

Accade così che quando arriva il re – in sella al suo elefante, impettito e arrogante – il piccino non teme di definirlo per quello che è: cattivo.
E “ridicolo” il suo governo, condotto arbitrariamente, sulla base di un potere non meritato e rappresentato da un corona che – oplà –può essere tolta con un rapido guizzo di becco e portata via con un celere battito d’ali.

Ma la corona posta sulla testa di altri animali non darà migliori frutti: che si tratti di porcello, volpe, elefante, coccodrillo, asino o cane, tutti gli animali si sentiranno il diritto di seguire solo i propri – ridicoli! – interessi.

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Cosa fare allora della corona (e del potere?). Ghirighiri nel suo piccolo è davvero un saggio e sa bene che altra via non c’è…

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Questione chiusa? Affatto!
Il finale a sorpresa è tutt’altro che di buon auspicio ma nulla come le due tavole conclusive dell’albo può essere più arguto e calzante, più potente e significativo.
Pessimista forse ma per cambiare il mondo non si può certo peccare di ingenuità…

Con tavole anche forti, che un poco occultano la propria impressività grazie al tratto giocoso e sempre ironico di Ramos, con parole misurate e mai sovrabbondanti, l’autore racconta verità importanti ai piccoli lettori.
E lo fa con un linguaggio – iconico e testuale – che i bambini sono in grado di comprendere, facendo sì che spunti e contenuti arrivino loro diretti, senza sconvolgerli, divertendoli perfino ma, allo stesso tempo, lasciando sul terreno fertile delle loro giovanissime menti, piccoli e proficui semi in grado di germogliare.

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Un albo sicuramenti importante, denso, attuale oggi come lo sarebbe stato cento anni fa, qui come altrove.
C’è la natura della guerra dentro, c’è la critica al potere e ai mezzi per conquistarlo, c’è la riflessione sulla libertà, c’è un cenno al coraggio dell’amore materno…C’è lo spunto sulla paura che domina le masse e immobilizza i popoli anche quando si trovano in situazioni insostenibili, c’è il candore e la forza sconvolgente della verità, l’indole dell’uomo che resta uguale a se stessa…
Ci sono il realismo e l’utopia e una morale lievemente anarchica che non è sprone al disordine bensì stimolo a non lasciarsi abbindolare dal potente di turno ma a conquistare e serbare la capacità di riconoscere sempre il re quando è nudo (e magari anche un po’ ridicolo).

E se anche la storia e il futuro sono sempre pronti a rinnovare la barbarie e la sopraffazione, poco importa, fondamentale è educarsi allo spirito critico e impegnarsi per cambiare le storture, anche piccole, che ci circondano.

Gli inconfondibili disegni dell’autore mantengono, anche in questo lavoro il loro carattere asciutto ed impressivo.
Semplici, essenziali, di spirito ironico e beffardo ma anche gentili là dove serve.
Un classico, prezioso, insostituibile patrimonio, dell’illustrazione per l’infanzia

(età consigliata: dai 5 anni)

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