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IL PICCOLO PRINCIPE di Mark Osborne

Creato il 01 gennaio 2016 da Ifilms
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Scritto da Simone Soranna
Categoria principale: Le nostre recensioni
Categoria: Recensioni film in sala
Pubblicato: 01 Gennaio 2016
Mark Osborne  

 piccolo-principe

Sicuramente non all’altezza del lungometraggio Pixar, tuttavia il film convince per il suo coraggio e la voglia di rischiare. È bene dichiararlo sin dal principio, Il piccolo principe lavoro animato diretto da Mark Osborne,non è una trasposizione del celebre romanzo per ragazzi. Il progetto infatti solo in parte si ripropone di mettere in scena le avventure del mitico principino; il suo vero scopo è immaginare e raccontare una storia nuova che racchiuda al suo interno i racconti del simpatico aviatore conosciute ai più.

Sin da questo primo fatto è possibile intuire come il rischio sia notevole. Non solo infatti il romanzo è amato e conosciuto in tutto il mondo (e dunque una sua trasposizione sarebbe sicuramente vicina alle ire feroci dei fan) ma ricamarci sopra altri episodi è davvero pericoloso. Eppure il film riesce a vincere la sfida gestendo al meglio la materia con trovate stilistiche indovinate (ottima la scelta di usare due tecniche d’animazione diverse per indicare il distacco tra il “nuovo” e il libro di partenza) e una sapienza cinematografica degna di nota (soprattutto nella parte iniziale, davvero ben strutturata e incalzante).

Il problema principale del lavoro tuttavia è la sua lunghezza ingiustificata che affatica la visione annoiando il pubblico con il correre dei minuti (soprattutto se pensiamo che il target di riferimento saranno i bambini più piccoli). Osborne mette molta carne al fuoco senza riuscire a chiudere tutte le parentesi e a conti fatti il messaggio di cui si fa portavoce perde un po’ il mordente andando a parare su altri lidi (non dimentichiamoci che lo spunto primario del tutto è la stressante e vacua premura di organizzare la vita in ogni minimo dettaglio) e restituendo una cornice meno omogenea e coerente rispetto al suo inizio. Questo è probabilmente dovuto al fatto che il romanzo di partenza e il resto del film vertono su due principi differenti. Effettivamente, sarebbe stato meglio amalgamarli meglio, ma di certo non si tratta di un’operazione semplice. Infine, è giusto far notare e lodare la buona colonna sonora di Hans Zimmer.

Voto: 2,5/4


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