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Il piccolo principe e la tasi

Creato il 18 novembre 2014 da Thefreak @TheFreak_ITA

CRONACHE DALLA REPUBBLICA DELLE FIABE
IL PICCOLO PRINCIPE E LA TASI

L’Isola che non c’è ha uno spread altissimo, il Paese delle meraviglie è stato bocciato da Standard&Poor’s perché ritenuto, sorprendentemente, stato poco affidabile, e il Piccolo Principe paga un botto di TASI su un pianetino monolocale da 30 metri quadrati.
Vi sembra assurdo? Beh non lo è! La Repubblica delle Fiabe è allo sbando!
Recentemente siamo andati ad intervistare proprio il Piccolo Principe, casto puro e giocondo, eppure così colpito dalla vita e da questa brutta crisi:
“Il fatto è che ho molte spese e non riesco ad arrivare a fine mese. Le tasse che pago per il mio pianeta sono esorbitanti. Gli esattori mi hanno detto che al catasto un pianeta è considerato un immobile di lusso, io ho risposto che il mio pianeta non si può considerare un immobile e neanche un pied à terre, è solo un sasso in continuo movimento. Loro mi hanno risposto che in tal caso era considerabile come uno yacht e hanno inasprito i balzelli. Capite? Vivo su un sasso alla deriva nello spazio, ma per il Ministero dei Tributi della Repubblica delle Fiabe è come se vivessi su un super yacht di lusso. Un giorno ho iniziato a non pagare più, dopo poco tempo sono arrivate le guardie che mi volevano pignorare tutto: il mio disegno di un elefante, i miei pantaloni a zampa di elefante che ho su tutte le copertine dei libri… Io ho cercato di fargli pietà facendo leva sul loro buon cuore, ho detto che ero contento che fossero venuti a trovarmi, perché voglio bene a tutti io. Ho detto che se fossero venuti tutti i giorni, che so, alle quattro, io dalle tre sarei stato felice perché sapevo che sarebbero arrivati! A queste parole uno di loro mi ha dato un pugno in faccia. So che in diverse scuole molti bambini hanno esultato, ma non me la prendo. Voglio bene a tutti, io.

Immagine 1

Comunque ho preso provvedimenti, si insomma, mi sono arrangiato e ho spostato il mio pianeta nella giurisdizione dell’Isola che non c’è, dove pareva non ci fosse manco per il fisco. Poi Loro, quei burocrati maldetti, sono arrivati anche lì e ho dovuto prendere ulteriori provvedimenti: oggi il mio pianeta è proprietà di una società di facciata intestata a un prestanome, una scimmia volante del Regno di Oz. A sua volta tale società è in parte controllata da un’altra società offshore con sede legale nella Terra di Mezzo, che è un posto piuttosto impervio, ma è ancora un paradiso fiscale. Il mio pianeta non è più mio, ma di una bertuccia urlatrice con le ali, però ho l’usufrutto. Se devo essere sincero mi costa fatica andare sempre a Mordor tutte le volte che devo mettere una firma dal mio commercialista, ma almeno ora il mio pianeta è al sicuro. Fino a quando il fisco non arriverà pure nella Terra di Mezzo”.
Dopo queste parole il Piccolo Principe è scoppiato a piangere. Purtroppo in giro ce ne sono tanti come lui, sparsi per i mondi della fantasia che combattono per non finire in mezzo a una strada. E ce ne sono tanti pure di quelli che nascondono il proprio patrimonio nei luoghi più disparati. Pensate che il galeone di Capitan Uncino batte bandiera del Paese dei Balocchi, altro stato allegro dove anche i controlli bancari son molto allegri. Ma state tranquilli, il fisco arriverà, arriverà dovunque, anche a Mordor: li troverà, li stanerà e li getterà nel Monte Fato.
Un saluto a tutti le Partite IVA che ci seguono, ciaone!

Di Marco Improta.


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