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“Il piccolo Re dei Fiori” di Kvĕta Pacovská, Minedition

Da Federicapizzi @LibriMarmellata

redeifioricopLa casa editrice Minedition si sta dedicando, tra le altre pubblicazioni, alla riedizione delle opere della celebre e originale illustratrice cecoslovacca Kvĕta Pacovská, insignita nel 1992 del prestigioso premio internazionale Hans Christian Andersen, nella categoria dell’illustrazione.

In Italia gli albi, scritti e disegnati dall’artista, erano già stati precedentemente pubblicati con il marchio Nord Sud.
Si vestono ora a nuovo, con l’aggiunta di qualche titolo non presente nel precedente catalogo, e si ripresentano in libreria a reclamare, giustamente, il loro posto d’attenzione tra i classici dell’illustrazione per l’infanzia.

Sicuramente questo è il caso de “Il piccolo re dei fiori”, gioiello d’arte grafica e pittorica, profondamente innovativo, le cui tavole sono da cogliere più con gli occhi e con l’emozione che con categorie razionali che ne spieghino tutte le attinenze.
Non per nulla la Pacovská trae, per il suo lavoro, ispirazione da grandi maestri quali Mirò e Kandinskij, pittori che ricorda sia nel tripudio dei colori, sia nelle forme scelte, sovente tendenti al geometrico, sia in alcuni leitmotiv figurativi che ricorrono, come ad esempio i grandi occhi cigliati, spesso usati come elemento centrale, se non unico, di stilizzati visi.

L’edizione Minedition de “Il piccolo re dei fiori” mostra già in copertina un’innovazione rispetto alla precedente versione Salani: il disegno, pur mantenendo i personaggi, il foro centrale di forma quadrata e le macchie di colore, non presenta più la tinta rosso accesa – molto cara all’autrice – a favore di un elegante bianco, sul quale le figure risaltano nette.
L’attenzione così si posa senza indugi, oltre che sul buffo uccello con tanto di scarpe e ali che somigliano a mani, sul piccolo personaggio che spicca oltre la fustellatura: un re che pare quasi un pagliaccio, con gote rubiconde, zazzera di capelli, abito vermiglio e un’espressione triste.
Ed ecco che qui si accende la curiosità e la finestra piccina si fa – simbolicamente ma anche fattivamente, perché la domanda trova la sua risposta una volta giunti alla fine del percorso da essa tracciato – via d’accesso alla storia.

Come in tutti gli albi che si avvalgono di elementi di cartotecnica – più o meno complessi – la fustellatura non è semplicemente un simpatico buchino che rende la lettura mossa e invita all’esplorazione manuale da parte del bambino. E’ anche parte integrante della narrazione iconica, elemento che si trasforma a seconda della parte, o del lato della pagina, dalla quale si guarda.
Paradossalmente è un elemento che, pur rimanendo di fatto immutato (mentre storia e figure scorrono tra le pagine) ben esprime la trasformazione, il divenire di qualcosa in altro che è poi struttura portante di ogni storia.

Attraverso la finestra della Pacovská il lettore entra nel mondo del piccolo sovrano dei fiori.
Un mondo dove le illustrazione sono immaginifiche e surreali, eppure, pur nel loro evidente tratto artistico, parrebbero quasi uscite dal pennello di un ragazzino, semplici eppure magiche, ciascuna delle quali, pur quando la diremmo stramba o quasi incongruente, è capace di emanare echi profondi che parlano all’animo di infanzia e sogno, fiaba e fantasia.
I personaggi che qui troviamo, il taglio della narrazione, tutto fa pensare al racconto fiabesco classico, fin dal c’era una volta che ha il compito di traportare l’ascoltatore in un simbolico indietro nel tempo che poi altro non è che un altrove dell’immaginazione.

Un re di piccole dimensioni – che sia buono e puro di spirito lo si intuisce, sono le sue stesse sembianze ad essere rassicuranti e gaie – sparge in tutto il suo giardino semi di tulipani.
I tulipani poi crescono e fioriscono e così ecco che il reame si trasforma in una terra dei fiori, aggraziata, colorata, ridente.
Ma se così è il suo regno, lo stesso non si può dire del sovrano, che ha l’animo triste per non avere accanto una principessa.
Ecco quindi che parte la ricerca – elemento fiabesco importate. Il re, a cavallo non di un nobile destriero bensì di un uccello multicolore, si muove per trovare l’amata.
Va da sé che non la trova e il suo sorvolare città variopinte e solcare cieli notturni, dominati da una luna gigante con tanto di occhi e bocca, paiono non avere buon fine.

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Ma dove può riconoscere l’amata un sovrano dei fiori se non nel suo stesso elemento? Ed è così che da un tulipano, la cui corolla delicatamente si apre come un minuscolo balcone, si affaccia una fanciulla ancora più piccina del suo cercatore.
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E’ lei, la ragazza del fiore, la giusta promessa per il re che, felice finalmente, può tornare nella sua terra dove convolare a nozze con l’amata e renderla, col cuore che trabocca di gioia, la piccola, piccolissima, regina dei fiori.

Un racconto semplice, classico nell’impostazione e nello svolgimento (anche se mancante degli elementi scuri della fiaba) che fa da traccia al trionfo delle illustrazioni.
Lo stile dell’autrice mescola arte pittorica a elementi di collage (prevalentemente qui con fogli di quaderno rigati, quadrettati o numerati), immagini molto semplici, perfettamente rispondenti all’input testuale ad altre quasi incomprensibili, dove accostamenti astratti o almeno curiosi spostano il fulcro dalla ricezione razionale a quella emotiva.
Protagonisti assoluti sono i colori, netti, vivi, con preponderanze di rossi accesi, gialli e verdi squillanti. Perfino intagli quadrati in argento lucido sono inseriti in copertina ad impreziosire il libro e a conferire ad esso luminosità e attrattiva.
Anche la figura umana non si assoggetta a criteri di dimensione realistiche e fissate, rispondendo più al simbolismo e facendosi ora piccina ora grande, superando talvolta in altezza lo stesso palazzo reale e diventano poi piccolissima tanto da venir sovrastata da un fiore.

Tutto nella Pacovská fa pensare alla dimensione ridente di un sogno fanciullo, privo di incubi ma ricco di percezioni immaginifiche e di rassicurazioni emotive.
Anche le figure che presentano una nota inquietante – come la grande luna dal naso di strega o l’enorme e tondo ricciuto che si posa su un minuscolo palazzo – hanno fiori e colori a renderli più buffi che paurosi e l’insieme esprime dolcezza e gioia, candore ed allegria

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Un albo di rilievo che offre ai bambini la possibilità di una ricca educazione all’immagine, che li spinge ad osservare, a soffermarsi sull’emozione e ad interpretare ciò che gli mostra innanzi.
Praticamente l’anticamera dell’incontro con l’arte, fatto però passando dal portone principale.

Qui si può leggere una recensione dello stesso libro (nell’edizione Nord Sud) scritta da Roberto Denti per la rivista Liber.

(età consigliata: dai 3 anni)


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