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Il PIL Della Cultura

Creato il 14 settembre 2012 da Lucavannetiello

Il mercato prevede che qualsiasi prodotto vada a “saturazione”. Una volta che tutti ne hanno uno (di quel prodotto) l’unico modo per continuare a venderlo è la sostituzione. Quindi a parte quei prodotti l’innovazione tecnologica li rende di fatto inutilizzabili*, per tutti gli altri (lavatrici, stampanti, automobili ecc.) bisogna che si rompano. (obsolescenza programmata). Quindi per qualsiasi prodotto e direi anche molti servizi non ci può essere crescita costante (infinita) perché il modello tende alla saturazione. C’è un limite fisico al numero di auto che può stare in circolazione o di lavatrici in una casa.

Però c’è un settore che può crescere sempre, all’infinito, che non conosce saturazione del mercato. È l’unico settore in armonia con le infinite capacità del Sistema Nervoso Centrale, con il cervello, con la natura umana: è la Cultura. Non c’è limite a a quanta cultura una popolazione può fruire, non c’è limite a quanto più acculturata una persona può diventare. Chiunque orienti la sua vita, le sue aspirazioni e i suoi slanci verso il conoscere e sapere vive perennemente nella consapevolezza del non saperne abbastanza. La cultura e la conoscenza rappresentano l’unico mercato a crescita infinita. Ho capito che chi parla di crescita (ed è in parlamento)in realtà non la vuole, sia coscientemente che schizofrenicamente. Se la volesse punterebbe su questo unico settore in potenziale crescita infinita, punterebbe sulla banda larga (che da sola garantisce l’aumento di qualche punto di PIL). Potrebbero farlo ma non lo vogliono, o non lo sanno. Tocca fare da soli con il rischio di farcela.

 * in verità anche questo settore vale il discorso dell’obsolescenza programmata. Esiste anche l’obsolescenza percepita.


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